Come e perché Ilaria Salis potrebbe rientrare in Italia: il tentativo del Governo italiano
Ilaria Salis, la maestra di 39 anni detenuta in carcere a Budapest, potrebbe tornare in Italia. Sulla base di quanto riportato dai quotidiani Il Corriere della Sera e da La Repubblica, potrebbero esserle concessi gli arresti domiciliari nel nostro Paese con l'applicazione di misure come il braccialetto elettronico.
La relazione del ministero della Giustizia
Il ministero della Giustizia starebbe scrivendo una relazione, con la quale l'Italia si impegnerebbe a garantire la massima sicurezza "qualora alla donna fossero concessi gli arresti domiciliari". In particolare modo, oltre al braccialetto elettronico, sarebbero assicurati "vigilanza e impegno a farla partecipare a tutte le udienze del processo previste a Budapest". Questo, infatti, non finirebbe prima del 2025.
I legali di Salis, quindi, sarebbero in attesa di un supporto da allegare a una nuova domanda di domiciliari. In questo modo, alla magistratura sarebbe fornita una garanzia direttamente dal governo italiano.
Ilaria Salis costretta a firmare un verbale in ungherese
Nella giornata di ieri l'attivista, attraverso una lettera inviata all'ambasciatore italiano a Budapest e rivelata al suo avvocato Eugenio Losco, aveva denunciato di essere stata costretta a firmare un verbale in ungherese dopo un interrogatorio in carcere avvenuto dopo l'udienza del 31 gennaio dove è stata portata in aula con manette ai piedi e alle caviglie collegate da un cinturone in vita e un collare.
Durante l'interrogatorio le sarebbero state chieste delucidazioni in merito alle condizioni carcerarie da lei stessa denunciate come disumane.
Il padre della 39enne dovrebbe incontrare nuovamente la ragazza il 21 febbraio. Oggi è stato ricevuto dal presidente del Senato Ignazio La Russa mentre lunedì vedrà il ministro degli Esteri e il ministro della Giustizia.