Come è morto il tredicenne nel canale Villoresi a Parabiago: fatale una sfida con i fratelli
Una prova di coraggio tra adolescenti. Rituali di passaggio verso l'età adulta, che sembrano obbligatori. Troppo spesso però queste dimostrazioni di spirito all'età adulta non fanno arrivare: è quello che è successo al tredicenne annegato ieri nelle acque del canale Villoresi, a Parabiago (Milano), tuffatosi nel fiumiciattolo per affrontare una sfida.
La sfida sott'acqua
In cosa consisteva questa sfida, lanciata dai fratelli del ragazzino? Nell'oltrepassare a nuoto, sott'acqua, la chiusa e così passare dal canale secondario a quello principale, ovvero il Villoresi. Ma la pressione dei mulinelli in quel punto è stata troppo forte, e l'ha inchiodato sul fondale senza concedergli scampo. Il ragazzino è rimasto così per dieci minuti senza respirare, e quando sono arrivati i soccorsi era troppo tardi.
In condizioni gravissime
Quando è stato ripescato dalle acque, il tredicenne è apparso immediatamente in condizioni disperate: fatali i dieci minuti senza ossigeno, stritolato nella chiusa del canale Villoresi. Nonostante i tentativi di salvargli la vita, attraverso le manovre di rianimazione sul posto e il ricovero in terapia intensiva all'ospedale Circolo di Varese, non c' è stato nulla da fare. Il ragazzino è morto sabato sera intorno alle 21.
L'altra tragedia
Per lo stesso motivo, nello stesso ospedale e nelle stesse ore, se ne andava anche un altro ragazzo. Un quindicenne, nato a Varese e residente a Sangiano, risucchiato pochi giorni prima dalle gelide acque del lago Maggiore ad Arolo (Leggiuno). Ripescato in arresto cardiaco, è morto a poco tempo di distanza dal tredicenne di Parabiago.