Com’è cambiato il rapporto tra Patrizia Reggiani e le figlie dopo l’omicidio di Maurizio Gucci
Lei l'ha sempre detto: l'importante era difendere e proteggere le figlie, Alessandra e Allegra oggi 40enni, garantirgli un futuro e far sì che in quel futuro ci fosse anche Maurizio Gucci, che dopo la richiesta di separazione dalla moglie si era disinteressato alla famiglia. Patrizia Reggiani, condannata in via definitiva per il ruolo di mandante nell'omicidio dell'ex marito, non ha mai fatto grandi sforzi per nascondere la sua repellenza all'uomo che aveva sempre amato. E di cui, indubbiamente, adorava anche lo status quo.
L'omicidio di Maurizio Gucci
La storia è nota e la racconta anche il nuovo film House of Gucci con Lady Gaga protagonista. Patrizia Reggiani sposa Maurizio Gucci il 28 ottobre del 1972 nella chiesa di Santo Sepolcro a Milano, davanti al commissariato di Milano centro dove venticinque anni più tardi sarà condotta in manette. La relazione dura più di un decennio, fino a quando nel 1985 Gucci non decide di lasciarla, intraprendendo a partire dal 1993 una relazione con Paola Franchi. In quell'anno, Patrizia viene operata per un tumore al cervello. L'odio della Reggiani nei confronti del marito si acuisce col passare del tempo e il conseguente disinteresse dell'uomo verso la famiglia, verso di lei e verso le figlie. Così, dopo aver chiesto a tutti coloro che incontrava per strada, ai conoscenti, alla servitù di casa e perfino al Salumaio di Monte Napoleone se qualcuno conoscesse sicari per uccidere l'ex marito, Patrizia Reggiani, con l'aiuto della "maga" Giuseppina Auriemma, sua confidente storica, assolda tre uomini. La "banda bassotti", come la chiamerà poi l'Auriemma, organizza l'omicidio di Maurizio Gucci che si consuma il 27 marzo del 1995 nell'androne dei suoi uffici in via Palestro. Dopo due anni di indagini a vuoto, che hanno seguito piste finanziarie e internazionali, la svolta: una telefonata anonima segnala alla Procura il ruolo della Reggiani. Era lei la mandante.
La difesa delle figlie Alessandra e Allegra
Le figlie, Alessandra e Allegra, da subito non ne vogliono sapere:
"La mamma è innocente, non abbiamo dubbi. La mamma è l'unica vittima di questa brutta storia. Siamo certe che i giudici capiranno che non è colpevole, che non è la dark lady che pregiudizi cattivi hanno voluto dipingere. Basta guardarla: sembra un pulcino. Lei è l' unica vittima".
La difendono a spada tratta perché non solo non voglio credere alle accuse ma sono profondamente convinte che la Reggiani sia vittima di un complotto e di un ricatto operato dalla "maga". In una puntata di Storie Maledette della Rai, realizzata nell'aprile del 2002 e dedicata a Patrizia Reggiani con un'intervista esclusiva, Allegra Gucci disse:
"Se noi avessimo avuto il minimo dubbio del fatto che la mamma non fosse innocente, o comunque sapessimo che la mamma veramente fosse la mandante di quello che è successo, sicuramente non l'avremmo difesa come la stiamo difendendo adesso".
Le condanne
L'iter giudiziario prosegue fino alle condanne. In primo grado Patrizia Reggiani viene condannata a 29 anni di reclusione. La Corte d'Assise d'Appello conferma la sentenza, riducendo la pena a 26 anni di carcere. La Corte di Cassazione, infine, conferma, rigettando il ricorso della difesa. Nonostante i tre gradi di giudizio, le figlie, ancora una volta, restano fedeli alla linea: non è stata lei.
Le prime ammissioni di Patrizia Reggiani
Poi però, in alcune interviste in televisione e negli anni successivi, arrivano le prime ammissioni. Patrizia Reggiani lascia intendere di essere lei la mandante dell'omicidio del marito, dichiarando di aver trovato i killer dopo una lunga ricerca. Lì, qualcosa si rompe. Le convinzioni granitiche delle figlie cominciano a sfaldarsi. Forse è stata lei. È impossibile da credere, ma forse la mamma ha fatto uccidere il papà. I timori diventano realtà alle successive ammissioni di colpa della Reggiani, che in svariate occasioni ribadirà di aver "fatto uccidere Maurizio perché mi stizziva".
L'incontro in Svizzera e il vitalizio da un milione l'anno
La rottura definitiva tra madre e figlie si è ormai consumata. Patrizia, uscita dal carcere San Vittore nel 2014 (ma ai servizi sociali fino al 2016), da lei ribattezzato Victor Residence, dove ha trascorso 17 anni della sua vita, deve trattare con la famiglia perché la Corte d'Appello ha stabilito che, nonostante l'omicidio organizzato ai danni di Gucci, debba ricevere il vitalizio da un milione di euro ogni anno. Questo per via degli accordi siglati con l'ex marito nel 1993, a separazione già avvenuta. Le figlie però oppongono una forte resistenza, decidendo di trattare con la donna per chiudere alla svelta la faccenda. L'appuntamento è in Svizzera, nell'ottobre del 2018: al tavolo si siedono Allegra e Alessandra Gucci con i loro legali e Patrizia Reggiani, con i suoi. Lei pretende il veliero Creole un mese l'anno e la villa di Sankt Moritz, oltre a poter frequentare i nipoti. Le figlie obiettano e si rivolgono ai giudici: a dir loro non le devono nulla. La Corte di Cassazione stabilirà definitivamente nel novembre del 2020 che le sorelle Gucci devono pagare il vitalizio alla madre: un milione di euro all'anno più 26 milioni di arretrati mai corrisposti durante gli anni di detenzione della Reggiani. Ma fino a marzo di quest'anno non era ancora stato versato un euro. Tanto che, secondo quanto raccolto da Fanpage.it, l'avvocato di Patrizia Reggiani ha inviato una diffida ad Alessandra e Allegra Gucci dicendo di iniziare a versare le somme, perché altrimenti si sarebbe visto costretto a partire con i pignoramenti.
L'allontanamento da Sankt Moritz e il silenzio durante il Covid
Allegra e Alessandra Gucci non parlano con Patrizia Reggiani da anni. Questo quanto fanno sapere a Fanpage.it ambienti legali vicini alla ex moglie di Gucci. Addirittura, come raccontato in luoghi privati dalla stessa Reggiani, verso la fine del 2016 la donna avrebbe chiesto al suo autista di accompagnarla a Sankt Moritz per trascorrere del tempo con le figlie ma, una volta arrivata – secondo la versione della Reggiani – le figlie l'avrebbero intimata di lasciare quanto prima la villa, allertando addirittura la polizia in quanto persona non gradita. Non è poi un caso che Patrizia Reggiani abbia inserito la richiesta di passare del tempo con i nipoti nella trattativa con le figlie, in quanto la stessa nonna avrebbe confidato alle persone a lei vicine di non aver mai potuto conoscerli. Infine, il Covid. Nemmeno durante la pandemia ci sono stati contatti tra le parti: nessuno si è sincerato che l'altro stesse bene. L'ultimo contatto, indiretto, risale alla morte della madre di Patrizia Reggiani. Alessandra e Allegra, non avvertite del decesso della nonna, avrebbero inoltrato comunicazione tramite i legali circa il proprio disappunto sul mancato avviso. Dall'altra parte, i difensori della Reggiani avrebbero fatto sapere che la nonna ormai defunta avrebbe lasciato detto di non volerle al proprio funerale.