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Codogno, tra le prime vaccinate l’infermiera che curò il paziente 1: “Non abbiamo altra strada”

Lucia Premoli, infermiera 60enne che fu tra coloro che assistettero il “paziente 1” Mattia Maestri, è stata tra le prime a ricevere le dosi di vaccino Pfizer contro il Coronavirus. “Non abbiamo altra strada da percorrere per tornare a una vita normale”, ha detto oggi in occasione del Vaccine-day l’infermiera in servizio nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Codogno.
A cura di Francesco Loiacono
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Lucia Premoli (LaPresse)
Lucia Premoli (LaPresse)

"Non abbiamo altra strada da percorrere per tornare a una vita normale". A dirlo è stata Lucia Premoli, 60enne infermiera di Codogno tra le prime a ricevere il vaccino contro il Covid proprio lì dove tutto iniziò lo scorso febbraio. Premoli, infermiera della Rianimazione dell'ospedale di Codogno, fu tra coloro che assistettero il "paziente 1" Mattia Maestri durante la sua degenza nell'ospedale del paese lodigiano, prima che il 38enne venisse trasferito al Policlinico San Matteo di Pavia. Oggi, in occasione del Vaccine-day, giornata di inizio simbolico delle vaccinazioni contro il Coronavirus in tutta Europa, Lucia Premoli è stata tra le prime a ricevere le poche e simboliche dosi arrivate a Codogno dall'ospedale Niguarda di Milano.

Tra i primi a essere vaccinati anche il dottor Stefano Paglia

Premoli ha voluto ringraziare l'azienda sanitaria per cui lavora per l'opportunità che le ha offerto, ossia "essere di esempio per tutti i miei colleghi". Oltre all'infermiera, si sono sottoposti alle prime vaccinazioni anche Stefano Paglia, responsabile del Dipartimento emergenza e urgenza dell’Asst di Lodi, Massimo Vajani, medico di base e presidente dell’Ordine dei medici di Lodi. "Dopo il 20 febbraio, il 27 dicembre sarà una data che non dimenticherò. Oggi abbiamo la possibilità di scrivere il primo capitolo della fine di una storia terribile", ha detto il dottor Paglia poco prima di essere vaccinato. Era presente all'arrivo delle prime dosi anche la dottoressa Annalisa Malara, l'anestesista che assieme a una sua collega diagnosticò il primo caso di Coronavirus in un paziente italiano, appunto il 38enne Mattia Maestri.

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