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Caso Chiara Ferragni

Codacons presenta un nuovo esposto su Chiara Ferragni: dubbi sulla collaborazione con Oreo

Codacons ha presentato un nuovo esposto all’Antitrust e alla Procura. L’associazione dei consumatori ha chiesto che si indaghi su un’operazione del 2020 tra Chiara Ferragni e Balocco che affermava che il “cento per cento delle ricavato delle vendite sarebbe andato in beneficenza”.
A cura di Enrico Spaccini
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Il Codacons ha annunciato di aver presentato un nuovo esposto all'Antitrust e in Procura. Dopo il caso Balocco Pink Christmas, si tratta della "operazione di beneficenza ‘Oreo' che ha visto coinvolta Chiara Ferragni". L'associazione dei consumatori si riferisce all'edizione di una capsule collection del 2020 pubblicizzata sui social dall'imprenditrice cremonese con "messaggi rivolti al pubblico" nei quali, si legge nell'esposto, "si affermava che il cento per cento del ricavato delle vendite di tali abiti sarebbe andato in beneficenza per iniziative contro il Coronavirus". Con questo esposto, Codacons chiede che vengano verificati i dati, le modalità di assegnazione delle donazioni arrivate e di uso dei fondi raccolti.

I rapporti commerciali con Oreo

L'associazione ha anche fatto "una istanza d'accesso all'azienda dolciaria finalizzata ad avere tutti i dati circa la campagna di solidarietà avviata con l'influencer" con l'operazione del 2020. Secondo Codacons, infatti, l'azienda Oreo risulterebbe legata a Ferragni da rapporti di tipo commerciale.

A prova di questa affermazione, l'associazione dei consumatori porta diversi contenuti pubblicati dall'imprenditrice su Instagram in cui si parla dei prodotti Oreo con l'etichetta "Adv" (advertisement, ovvero pubblicità).

Le indagini sul caso Balocco

Intanto le Procure di Milano e Cuneo stanno continuando le indagini in merito al caso pandoro Pink Christmas con l'obiettivo di chiuderle il prima possibile. Al momento, Ferragni e la presidente e amministratrice delegata dell'azienda dolciaria Alessandra Balocco sono indagate con l'ipotesi di reato di truffa aggravata.

Al centro degli accertamenti degli inquirenti c'è la quantificazione di un eventuale ingiusto profitto, e la responsabilità del reato, ottenuto attraverso la vendita dei pandori. Il Codacons ha dichiarato di aver raccolto per ora più di 250 segnalazioni di consumatori che avrebbero acquistato il dolce pensando che la somma pagata sarebbe stata poi donata al Regina Margherita.

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