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Cocaina ordinata su WhatsApp e consegnata in bicicletta: sgominata banda di spacciatori a Milano

Consegnavano cocaina a Milano in bicicletta, in taxi o a piedi dopo aver ricevuto gli ordini su WhatsApp. Una banda di spacciatori attiva tra via Paolo Sarpi, via Cenisio e piazza Gerusalemme è stata smantellata dalla polizia a Milano. Otto i provvedimenti eseguiti: due di custodia cautelare in carcere, tre di arresti domiciliari e altrettanti di obbligo di dimora.
A cura di Simone Gorla
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Consegnavano cocaina a domicilio nel centro di Milano, attraverso un sistema di ordinazioni su WhatsApp e per telefono. Una banda di spacciatori che aveva organizzato un efficiente sistema di delivery nel capoluogo lombardo è stata sgominata dagli agenti della polizia della Questura di Milano.

Sono otto i provvedimenti restrittivi emessi dal gip Anna Calabi all'esito dell'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Francesca Crupi, nei confronti di sette cittadini albanesi e una cittadina marocchina ed eseguiti nelle province di Milano, Monza, Torino e Cuneo. Due le ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre gli arresti domiciliari e altrettanti gli obblighi di dimora con divieto di uscire nelle ore notturne. L'indagine – spiega una nota di via Fatebenefratelli -ha permesso di individuare e isolare un gruppo stabilmente dedito allo spaccio al dettaglio di cocaina nella zona di via Paolo Sarpi, via Cenisio, piazza Gerusalemme e piazzale Costantino Nigra.

Le indagini hanno permesso agli agenti di raccogliere le prove necessarie per ricostruire il metodo della banda, che agiva alle dipendenze di un unico individuo, conosciuto con l'appellativo di "Tony" (R.S., di 34 anni). Era lui a gestire, in collaborazione con la compagna, la distribuzione al dettaglio della droga sulla piazza, servendosi principalmente degli altri indagati come "corrieri" che si spostavano in bicicletta, in taxi ma anche con auto rubate.

Sia le richieste che le consegne di droga avvenivano di sera e di notte, tra le 19 e le 6 del mattino seguente. Per ordinare la cocaina, i clienti mandavano messaggi su WhatsApp usando espressioni come "una birra", "voglio bere una cosa", "siamo in due/tre", o in altri casi "ci sei?". Più raramente la richiesta veniva fatta con una telefonata.

L'indagine era partita ai primi di maggio scorso, quando in viale Gran San Bernardo gli agenti del commissariato Centro avevano sorpreso in flagranza di reato uno dei corrieri mentre cedeva una dose. Durante tutta l'attività, durata oltre sei mesi, sono stati sequestrati oltre due chili di hashish e oltre 50 grammi di cocaina.

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