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Coca sulle piste da sci e droga ordinata al telefono come “bresaola”: 12 arresti per la banda della Valtellina

Sono 12 le misure cautelari eseguite oggi dalla Squadra mobile di Sondrio nei confronti di un gruppo criminale che inondava di droga le piste da sci della Valtellina. La droga, che al telefono veniva chiamata “bresaola”, veniva venduta in zone appartate del territorio di Livigno alla presenza di minori e neonati.
A cura di Francesca Del Boca
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Sono 12 in tutto le misure cautelari eseguite stamane dalla Squadra mobile di Sondrio nei confronti di un gruppo criminale che inondava di droga le piste da sci della Valtellina: l’operazione, denominata Apres ski, ha portato a sette arresti in carcere, cinque ai domiciliari e una persona sottoposta a obbligo di dimora. La cocaina, secondo quanto emerso dall'attività investigativa, veniva ordinata attraverso un latitante ricercato per omicidio appartenente alla mafia albanese, attratta dalle potenzialità economiche di Bormio e Livigno. 

L'attività investigativa, iniziata ad aprile 2023, si è concentrata soprattutto nel comune di Livigno, dove diverse famiglie albanesi, bene inserite nel tessuto socioeconomico della zona, erano in realtà legate al latitante appartenente ad un clan di Scutari (Albania), hanno messo in piedi un fiorente commercio di cocaina, servendosi di spacciatori locali e stranieri. Anch'essi assolutamente insospettabili, con professioni ben retribuite nella vicina Svizzera a fare da scudo alle attività illecite.

La droga, che al telefono veniva chiamata "bresaola", veniva venduta in macchina in zone appartate del territorio di Livigno. Al trasporto e alla vendita delle sostanze, in particolare cocaina, partecipavano anche le mogli degli indagati: una di queste è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari. Per non destare sospetti ed evitare controlli, i responsabili trasportavano e vendevano la droga in presenza dei figli, minori e neonati, con picchi di traffico durante il picco turistico della stagione invernale. Alcuni degli indagati si vantavano poi sui social, imbracciando armi d'assalto e mostrando soldi in contanti derivati dal narcotraffico.

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