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Claudio Carminati parla del naufragio sul lago Maggiore: “Non sapevo fossero agenti dei servizi segreti”

Claudio Carminati, lo skipper della houseboat Gooduria affondata sul lago Maggiore il 28 maggio, è stato interrogato dal gip. Indagato per omicidio e naufragio colposo, il 60enne ha detto che non sapeva che le persone a bordo fossero agenti dei servizi segreti italiani e israeliani.
A cura di Enrico Spaccini
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Claudio Carminati con Anna Bozhkova e l'houseboat Gooduria
Claudio Carminati con Anna Bozhkova e l'houseboat Gooduria

Claudio Carminati, lo skipper della houseboat Gooduria naufragata lo scorso 28 maggio sul lago Maggiore provocando la morte di quattro persone, è stato interrogato dal gip Piera Bossi per la convalida delle misure cautelari richieste dalla Procura. Il 60enne, infatti, è iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di reato di omicidio e naufragio colposo. Davanti alla giudice, Carminati ha dichiarato che era stato avvicinato prima dell'uscita in acqua da "un uomo che si qualificò come un carabiniere" che gli avrebbe chiesto se fosse stato disponibile ad accompagnare "una delegazione con stranieri provenienti dal Canada".

L'interrogatorio di Carminati

Solo dopo il naufragio Carminati avrebbe scoperto che, in realtà, quell'uomo che aveva già incontrato nel 2022 era un rappresentante dell'Aise, i servizi segreti militari italiani. Tutte le 23 persone, in realtà, a bordo della Gooduria quel giorno sono riconducibili ai servizi di intelligence italiana, ma anche israeliana del Mossad.

Lo skipper ha raccontato anche che durante l'uscita del 28 maggio solo una persona dell'equipaggio gli ha rivolto la parola e una volta sola. Infine, ha anche contestato il fatto che "in 15 anni di navigazione sulla mia barca nessuno mi ha mai fermato per controllare che fossi in regola".

Cosa viene contestato allo skipper

Carminati solitamente attraccava la sua Gooduria nelle banchina più esterna dei cantieri Piccaluga a Lisanza, a Sesto Calende. La Procura gli contesta innanzitutto di aver fatto salire a bordo 23 persone, quando l'imbarcazione era omologata per 15, e di non aver avuto abbastanza giubbotti di salvataggio.

I consulenti che sono stati nominati dagli inquirenti e da una delle vittime, Tiziana Barnabi, dovranno stabilire se tutto si sia svolto in pochi secondi come ha detto Carminati e che, quindi, anche l'eventuale presenza di dispositivi di salvataggio sarebbe stato inutile.

Il divieto di espatrio

Lo scorso venerdì, 14 luglio, la Procura di Busto Arsizio aveva disposto nei suoi confronti il divieto di espatrio e l'obbligo di firma quotidiano a fronte del pericolo di fuga. Nei giorni precedenti, infatti, Carminati aveva richiesto il passaporto in Questura per poter andare in Russia a trovare la figlia di sua moglie Anna Bozhkova, una delle vittime del naufragio.

Dopo il colloquio con il gip, rimane per il 60enne il divieto di espatrio, mentre l'obbligo di firma è stato ridotto a due volte a settimana.

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