Cinque giovani incendiano una pasticceria in cambio di 500 euro: a incastrarli una maglia della Juve
Sono cinque giovani tra i 18 e i 20 anni i responsabili di un incendio e danneggiamenti aggravato ai danni di una pasticceria di Milano di piazza Piola. Nei confronti dei giovanissimi alle prime ore dell'alba del 3 gennaio i carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nelle province di Milano e Agrigento. Il gruppo di amici sarebbe stato "arruolato" per fare danni alla pasticceria ricevendo in cambio 500 euro.
L'atto vandalico lo scorso ottobre
Stando alle indagini, l'incidente doloso risale al 19 ottobre dello scorso anno ai danni della pasticceria, già nel mirino di episodi simili nei mesi precedenti. Erano circa l'una e mezza quando i cinque ragazzi, di cui uno è dipendente della pasticceria, sono entrati nel locale tagliando la saracinesca con un flessibile. Una volta all'interno hanno versato un grande quantitativo di liquido infiammabile per poi appiccare un incendio: le fiamme hanno devastato tutta la pasticceria. I cinque poi si sono dati alla fuga a bordo di un'auto a noleggio. A incastrare i cinque sarebbero state le telecamere di video sorveglianza che riprendono uno degli arrestati con indosso una maglia della Juve: la stessa che il giovane indossava poi in alcune foto pubblicate sui social.
La droga a casa dei giovani
Durante la perquisizioni a casa degli arrestati i carabinieri hanno trovato i vestiti e il flessibile utilizzati durante il raid. E ancora: circa 15 grammi di cocaina suddivisa in dosi, circa 45 grammi di hashish e materiale per il taglio e il confezionamento dello stupefacente. Oltre che a una pistola scacciacani. Ora i giovani dovranno chiarire nel dettaglio la loro posizione: da capire ancora se sono stati loro gli autori di altri precedenti episodi. Si trovano ora a disposizione dell'autorità giudiziaria presso il carcere di San Vittore a Milano e quello di Agrigento: devo rispondere alle accuse di incendio e danneggiamento aggravato