Cinque giorni di ritardo e caos sulle regole: il flop dei tamponi all’aeroporto di Malpensa
Un confronto "impietoso", per usare le parole del professor Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano. È quello che dalla mezzanotte del 13 agosto – quando è entrata in vigore l’ordinanza governativa che impone l’obbligo di tampone per chi arriva in Italia da Croazia, Grecia, Malta e Spagna – è scattato tra gli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino e gli scali milanesi di Linate e Malpensa.
Venerdì 14 agosto a Fiumicino e a Ciampino vengono allestite le aree dedicate ai test rapidi. Domenica 16 agosto partono i tamponi a Fiumicino, il giorno successivo a Ciampino. Nel frattempo la Lombardia si muove a passo di lumaca. Lunedì 17 c'è il primo incontro tra la Regione e Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi. L'assessore Gallera annuncia il via dei tamponi a Malpensa per giovedì 20 agosto, mentre per Linate ci sono problemi di spazio a causa dei lavori di ristrutturazione in corso.
Cinque giorni di ritardo nell'attivazione dei controlli, che tradotti in numeri significano oltre 25mila viaggiatori arrivati dai Paesi a rischio senza controlli allo sbarco, invitati a tornare a casa e contattare l'Ats della propria provincia e aspettare. Ma per ammissione dello stesso direttore generale Welfare regionale, Marco Trivelli, almeno nel caso di Milano l'Ats non è in grado di rispondere a tutte le segnalazioni (13mila solo nei primi giorni): per i turisti di ritorno si prospetta quindi una lunga attesa, e solo il senso di responsabilità dei singoli li convincerà a evitare contatti in attesa di sapere se sono positivi al virus, visto che l'isolamento non è obbligatorio.
La reazione dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera alle critiche è stata quella di scaricare su altri la responsabilità (un dejà vu di quanto accaduto nei mesi scorsi con questioni come le zone rosse, la carenza di tamponi e mascherine e non solo). "Il tema degli aeroporti è legato al fatto che il gestore degli scali è Sea. E che la sanità aeroportuale è gestita dall'Usmaf, che è il ministero della Salute", ha affermato Gallera, sostenendo di aver "chiesto se erano in grado di attivare i tamponi già dal 14 agosto" ma "di fronte alla loro dichiarazione che non avevano uomini e che non avevano test è chiaro che siamo corsi in soccorso a chi doveva essere principalmente deputato a fare questa attività".
Non è tutto. Al primo giorno di avvio dei test a Malpensa risulta che la capacità della struttura allestita in collaborazione con l'Ats Insubria è di circa 1.500 tamponi a fronte di 7mila viaggiatori in arrivo. Non ci sono test per tutti e allora bisogna "selezionare", spiega Trivelli. Con quale criterio? Prima i cittadini lombardi, poi gli stranieri diretti in Lombardia, quindi tutti gli altri. Un piemontese residente a Verbania, a 40 chilometri dall'aeroporto, non sarà quindi testato perché vive "oltre il confine". Inevitabili le polemiche e le proteste.
"Se noi applicassimo la stessa regola non avremmo individuato stamani a Fiumicino una cittadina residente a Milano positiva asintomatica di rientro da Ibiza e che così avrebbe contribuito ad un diffusione del virus lungo tutto il tragitto di rientro a Milano o in altri luoghi della Penisola", ha subito sottolineato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. "I test che abbiamo fatto finora negli aeroporti di Roma riguardano per il 53% cittadini di altre regioni o di altri Paesi". Puntuale in poche ore è arrivato il cambio di linea del Pirellone. Capacità aumentata a 2mila tamponi al giorno e test anche per i cittadini di altre regioni.
Intanto si attende ancora l'inizio dei test a Linate (previsto per oggi, venerdì 21 agosto) e nello scalo bergamasco di Orio al Serio (da sabato 22 agosto con tampone drive through" in uno spazio adeguato accanto alla fiera di Bergamo, a pochi minuti dallo scalo").