Cinquant’anni dall’omicidio di Sergio Ramelli, il 19enne morto il 29 aprile 1975 a Milano

Oggi, martedì 29 aprile, è il cinquantesimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del MSI) aggredito a colpi di chiave inglese da alcuni esponenti di Avanguardia operaia, che morì dopo 47 giorni di agonia, il 29 aprile 1975, all'età di 19 anni.
In suo ricordo sono stati organizzati una serie di eventi in città, in particolare oggi alle 18 ci sarà l’inaugurazione della mostra "Le idee hanno bisogno di coraggio", nell’auditorium Testori in Palazzo Lombardia a cui farà seguito un convegno in cui sono previsti una serie di interventi tra cui quelli del presidente Attilio Fontana e del presidente del Senato Ignazio La Russa. Oltre alle commemorazioni, ci sono anche diverse proteste da parte di chi ritiene che intitolare piazze e vie a Ramelli possa essere "un simbolo pericoloso attraverso cui la destra neofascista vuole riscrivere la storia".
La storia di Sergio Ramelli
All'epoca 19enne e studente all'Itis Molinari di Milano, Sergio Ramelli scrive un tema sulla pericolosità delle Brigate Rosse: l'inizio della sua fine. Il compito non verrà mai corretto dal professore perché un gruppo di studenti legati ad Avanguardia Operaia requisisce gli scritti. Dopo neanche due ore il tema scritto da Ramelli viene esposti nella bacheca all'entrata della scuola. Sopra una scritta rossa: "Ecco il tema di un fascista!".
Da quel momento Ramelli – militante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del MSI) – viene preso di mira e diviene vittima di una serie di aggressioni e di umiliazioni pubbliche operate i ragazzi del collettivo extraparlamentare del Molinari. L'apice viene raggiunto quando sotto casa sua compare la scritta: "Ramelli fascista sei il primo della lista".
La mattina del 13 gennaio 1975, Sergio sta uscendo da scuola quando viene raggiunto da un gruppo di ragazzi: viene fermato, spintonato, costretto a impugnare un pennello. "Circondato in strada da circa ottanta studenti" , si legge nell'ordinanza del rinvio a giudizio. "È costretto a cancellare con la vernice bianca scritte fasciste comparse sul muro dell’Istituto…". La madre Anita Ramelli in seguito ha raccontato: "Tornò a casa tutto sporco, ma a me disse solamente: ‘C’erano delle scritte e hanno voluto che le cancellassi'. Non voleva allarmarci".
Come è morto Sergio Ramelli
Infine, come promesso, il 13 marzo del 1975 Ramelli, tornando verso casa, viene aggredito da quattro membri di Avanguardia Operaia: lo colpiscono ripetutamente con una chiave inglese fino a lasciarlo in fin di vita con il cranio sfondato. Ramelli muore 47 giorni dopo, il 29 aprile 1975.
"E stata violenza politica", così l'ha definita il magistrato Guido Salvini che, assieme al collega Maurizio Grigo, ha condotto le indagini sulla morte di Sergio Ramelli. "Scoprimmo gli autori dieci anni dopo. Durante l’indagine avvertimmo un senso di isolamento, come se certi ambienti della borghesia milanese non vedessero di buon occhio il fatto che si riaprisse quel capitolo. Fummo come accusati di processare il Sessantotto. I ragazzi, diventati grandi, erano professionisti, qualcuno aveva figli. Crollarono subito e confessarono. Ci colpì che non fosse un gruppo terroristico, ma un servizio d’ordine della facoltà di medicina, i cui membri non potevano non sapere cosa significhi colpire alla testa un ragazzo con una chiave inglese da due chili. Loro non lo conoscevano, Ramelli. Agirono sulla base di una foto che gli fu fornita dal comitato interno al Molinari. Non credo volessero uccidere, ma quello è stato l’esito".