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Cinema nei cortili delle case popolari: in periferia c’è vita, ma la politica la ignora

Proiezioni nei cortili delle case popolari, per mostrare che oltre le facciate scrostate e i cancelli rotti ci sono energie e voglia di stare insieme, anche se la politica continua a parlare di periferie solo come di un problema da risolvere. ‘Scendi c’è il cinema’, il progetto del Laboratorio di quartiere del Giambellino-Lorenteggio, ha portato la cultura nei cortili delle case Aler per il nono anno consecutivo. Quattro serate con altrettante proiezioni, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza coronavirus e alla crociata delle case di distribuzione cinematografica contro le arene estive che offrono film gratis.
A cura di Simone Gorla
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Il buio non c'è. Il silenzio in sala nemmeno a parlarne. Quando inizia il film, la proiezione è accompagnata da un coro di voci e passi, pianti e richiami. Ma è qui che sta il bello. La vita del quartiere che si fonde con il film e fa nascere qualcosa di inedito.

‘Scendi c'è il cinema', il progetto del Laboratorio di quartiere del Giambellino-Lorenteggio, ha portato la cultura nei cortili delle case popolari di Aler per il nono anno consecutivo. Quattro serate con altrettante proiezioni, nonostante le difficoltà dovute all'emergenza coronavirus e alla crociata delle case di distribuzione cinematografica contro le arene estive che offrono film gratis. Mentre la politica continua a parlare di periferie solo come di un problema da risolvere, in questi quartieri ci sono vita, energie e voglia di aggregarsi.

Cinema nei cortili del Giambellino: un film tra le case popolari

Nello stabile di via degli Apuli 5, nel cuore del Giambellino, manca una parte di cancellata. È stata sostituita da una rete da cantiere rossa. Le facciate sono scrostate e la luce sulle scale non funziona. Ma il cortile è spazioso e la voglia di stare insieme non manca. All'ingresso i volontari misurano la temperatura e distribuiscono gel disinfettante. In attesa dell'inizio del film bande di bambini scorrazzano tra le sedie, mentre gli anziani incuriositi si ricavano un angolo tranquillo. “Che film fanno stasera?”, chiede una signora."Il Ggg, è una storia per ragazzi. Va bene anche per i grandi".

Cultura e incontro tra gli stabili Aler

Luca Sansone, animatore del progetto insieme a molti altri volontari di ogni età, racconta: “Scendi c'è il cinema nasce nel 2012. Come tutte le attività che facciamo come laboratorio di quartiere, nasce attraverso un processo partecipato con gli abitanti. Così è partita l'idea di proporre le proiezioni nei cortili delle case popolari. La scelta dei cortili delle case Aler non è casuale. “Il primo obiettivo era portare un po' di cultura nelle periferie, gratuita e accessibile a tutti. Ma anche raccontare come sono i cortili e farli conoscere anche a chi arriva da fuori quartiere. E poi per provare a fare coesione sociale, chiedere agli abitanti di scendere e partecipare. Oggi ci sono un sacco di bambini, ci fa piacere”.

Un mix di abitanti del quartiere ed “esterni”

Nel corso degli anni si è consolidato un pubblico che per oltre la metà è composto da abitanti del quartiere. “Il 70 per cento circa di solito è della zona, abitanti delle case Aler ma anche dei condomini privati. Ma c'è anche chi arriva dal centro”. Fare conoscere la condizione edilizia dei cortili, che hanno bisogno da anni di profondi interventi di manutenzione. Mostrare, di contro, che sono luoghi accoglienti e accessibili.

L'invito al sindaco Beppe Sala

Anni fa, proprio dal cinema all'aperto, è nata la raccolta firme per chiedere la riqualificazione del quartiere. “Raccontando come si viveva in queste case abbiamo raccolto 3.500 firme che sono servite a dare il via al processo di riqualificazione", ricorda Sansone. Se a Roma il premier Giuseppe Conte si è fatto vedere tra gli spettatori del Cinema America, qui il sindaco Beppe Sala non è ancora mai venuto. “Il Comune di Milano e il Municipio 6 ci hanno sempre sostenuto”, spiega l'organizzatore, “nella prima serata c'era l'assessore Rabaiotti. Il sindaco l'abbiamo invitato negli anni, ma non è mai venuto”.

Matteo, 20 anni: Vogliamo rompere lo stereotipo sul quartiere

Al lavoro ci sono i volontari storici come Ulla Manzoni, da anni impegnata per la difesa dei diritti di chi abita nei caseggiati popolari. E ci sono i ragazzi giovani come Matteo, 20 anni, che da tre anni collabora con Scendi c'è il cinema. “Vivo a Corsico, ma i miei nonni vivono qui. Da quando avevo 15 anni sono spesso qua. Ho iniziato sostituendo un operatore che era in vacanza, ora faccio tutte le serate”, racconta a Fanpage.it. “Quello che mi piace è il tentativo di rompere lo stereotipo su questo quartiere. Non è tutto perfetto, ma nemmeno tutto brutto”. In effetti qui l'atmosfera è ben diversa da quella raccontata di norma nelle cronache, che si concentrano sulla presenza di criminalità, degrado e abusivimo.

Edoardo, 23 anni: Cultura e incontro, così cadono le barriere”

“Ma non è un caso unico. Ci sono state tante attività che hanno permesso agli abitanti di incontrarsi, stare bene insieme e anche parlare di ciò che non va”, spiega Edoardo, 23 anni, “in questi casi si crea un bellissimo mix di culture ed età diverse, sono anche l'occasione per far venire persone da altre zone a conoscere questa realtà. Una commistione che permette di fare cadere molte barriere”.

Niente film alle arene estive dalle case di distribuzione

Negli ultimi due anni, a rendere difficile la vita degli organizzatori sono le case di distribuzione cinematografica che, a Milano come a Roma, non vedono di buon occhi chi offre spettacoli gratuiti. “Siamo andati in audizione ad Agcm a raccontare quello che era successo”, racconta Sansone. “La settimana successiva hanno dato le misure cautelari ad Anica-Anec che avevano mandato in giro la comunicazione che invitava le case di distribuzione a non dare i film alle arene estive. È così dal 2018 e non è ancora finita. Ma noi andremo avanti”.

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