Ciclisti investiti a Milano, gli attivisti: “Siamo stufi, non crediamo più a quello che dice Sala”
La Comunità ciclistica milanese vuole continuare a far sentire la propria voce, soprattutto dopo i due incidenti che si sono verificati in città nelle scorse ore che hanno portato alla morte di una ragazza di 28 anni e al ferimento di una donna di 42 anni. Al grido di "basta morti in strada", i ciclisti e le associazioni manifestano anche questa sera, mercoledì 30 agosto, per chiedere più sicurezza per tutti. Tra questi, ci sarà anche Critical Mass: "Siamo stufi di questa situazione", ha commentato a Fanpage.it Luca Colucci, uno dei frequentatori dei raduni, "ogni volta che succedono queste cose speriamo che sia l'ultima, ma ormai non crediamo più a quello che dice Sala".
I presidi della Comunità ciclistica milanese
Sono passate poche ore da quando i ciclisti milanesi si sono ritrovati per un presidio in piazza Medaglie d'Oro, in zona Porta Romana. Nella mattinata di ieri, martedì 29 agosto, proprio per quelle vie è morta Francesca Quaglia, travolta da un camion mentre era in bici e in serata la Comunità ha voluto esporsi per lei.
Poi, però, la mattina seguente c'è stato un altro incidente che ha portato al ferimento di una ciclista di 42 anni. Ecco, quindi, che le associazioni sono pronte a riunirsi ancora, questa volta in corso XXII Marzo.
"Non crediamo più a Sala"
Una volta appreso di questi incidenti, il sindaco di Milano Beppe Sala ha annunciato che è pronto ad avviare un gruppo di lavoro per pensare a un ‘piano bici' per la città. "Serve un piano ben strutturato e serio, che venga rispettato da ciclisti e automobilisti", afferma Colucci, che però sostiene anche che "ormai non crediamo più a quello che dice Sala".
A sostegno di questa diffidenza che si sta creando in merito alla tutela della sicurezza dei ciclisti, Colucci porta due esempi. Uno riguarda la costruzione di una pista ciclabile nel quartiere Ghisolfa: "Ci hanno promesso che la faranno entro l'anno prossimo, ma dubito fortemente che verrà realizzata". L'altro, è viale Monza. Per Colucci, quanto accade lungo la strada che collega il centro città alla periferia nord-est è simbolo di "come vengono rispettati i ciclisti da parte degli automobilisti".