Cibo mal conservato in un minimarket, attività sospesa e sequestrati 100 chili tra carne e pesce
L'Ats Insubria ha messo i sigilli a un minimarket di Como dove sono stati rinvenuti oltre cento chili di alimenti non conservati adeguatamente e mancanti dei requisiti di tracciabilità. Nei controlli effettuati il 20 ottobre nelle attività della città sono state contestate altre numerose violazioni, tra cui la mancata emissione degli scontrini e tre casi di lavoro nero.
Sequestrati 100 chili di cibo mal conservato
La misura è scattata in seguito ai controlli congiunti compiuti dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Locale del capoluogo comasco. Le attività passate al setaccio dagli agenti, in uniforme e in borghese, si trovano in piazza San Rocco e nelle vie limitrofe. Sono state identificate 60 persone e controllati 50 autoveicoli.
All'interno di un minimarket sono stati ritrovati circa cento chilogrammi di carne e pesce conservati in modo non idoneo e privi della tracciabilità. Nell'attività commerciale sono intervenuti i funzionari dell'Agenzia di Tutela della Salute Insubria che ne hanno disposto la chiusura. La saracinesca del negozio rimarrà abbassata fino a che non saranno ripristinate le condizioni igienico-sanitarie a tutela della salute dei clienti.
Chiesta anche la chiusura di due pizzerie
Durante l'attività di controllo gli agenti hanno ispezionato in tutto sette esercizi commerciali riscontrando diverse violazioni: oltre che per la conservazione non adeguata degli alimenti, anche per la mancata esposizione degli orari di apertura al pubblico, delle tabelle obbligatorie e della tabella dei sintomi dovuti alla concentrazione alcolica, per l'assenza dell'elenco degli allergeni e per la mancata applicazione del manuale di autocontrollo (Haccp) sulla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.
Inoltre, sono stati contestati tredici casi di mancata emissione degli scontrini e sequestrati quasi 25mila articoli per fumatori venduti senza autorizzazione. Sono stati scoperti anche tre lavoratori senza regolare contratto presso due pizzerie. Per entrambe le attività è stata richiesta la sospensione all'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Como perché è stato riscontrato che oltre il dieci per cento dei lavoratori presenti era impiegato in nero.