“Ci obbligava a mangiare cibo avariato”: imprenditore a processo per aver maltrattato moglie e figlia
Un imprenditore è finito a processo con l'accusa di aver picchiato e maltrattato la moglie e la figlia. Il 56enne, originario di Curtatone (Mantova), è sottoposto alla misura dell'allontanamento dalla casa familiare. Nella mattinata di ieri, giovedì 14 luglio, entrambe le vittime hanno testimoniato davanti al collegio presieduto dal giudice Enzo Rosina.
Avrebbe umiliato la donna
Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe abusato di alcol e avrebbe umiliato la donna. Sarebbero state frequenti frasi come "non sei capace di fare la madre" o ancora "tu e tua figlia siete solo un debito". Avrebbe inoltre minacciato la compagna dopo che quest'ultima l'aveva scoperto con un'amante. L'avrebbe inoltre aggredita con calci e pugni fino a romperle gli occhiali.
Le minacce e le aggressioni alla figlia
L'imprenditore avrebbe anche aggredito la figlia dandole calci alle gambe e alla schiena. Non solo: minacciava entrambe di togliere loro qualsiasi tipo di sostegno economico. Avrebbe anche estinto il conto corrente che – stando a quanto riportato dal quotidiano "La Gazzetta di Mantova" – i due avrebbero avuto insieme: in questo modo, la donna era costretta a chiedere di volta in volta i soldi.
Le due sarebbero poi scappate
Le due sarebbero poi scappate e si sarebbero trasferite a casa della suocera, anche lei maltratta dal figlio. L'uomo oltre a tornare spesso ubriaco, le costringeva a mangiare cibo scaduto anche se questo era avariato. Un obbligo che, ovviamente, aveva portato le due a stare spesso male. L'8 settembre si svolgerà l'interrogatorio della figlia che, insieme alla madre, è assistita dagli avvocati Alessandra e Filippo Moreschi.