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“Ci faceva spogliare e ci filmava”: mister di calcio a processo per aver abusato dei suoi giocatori minorenni

L’allenatore di una squadra di calcio giovanile di Mantova è a processo per violenza sessuale nei confronti dei suoi allievi. Una delle presunte vittime ha raccontato uno degli episodi contestati in Tribunale: “Avevamo paura delle conseguenze di un nostro rifiuto”.
A cura di Enrico Spaccini
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L'allenatore di una squadra di calcio amatoriale dell'Alto Mantovano sta affrontando il processo che lo vede imputato per violenza sessuale nei confronti di un gruppo di giovani. Una delle presunte vittime, che all'epoca dei fatti aveva 15 anni, ha raccontato oggi, lunedì 26 febbraio, in Tribunale alcuni degli episodi che vengono contestati al mister. "Ci vedevamo sul campo e anche fuori, e spesso andavamo a casa sua", ha affermato il ragazzo, "ci faceva spogliare, è capitato che registrasse dei video con il telefonino, ma non so cosa ne facesse". L'uomo, d'altro canto, si difende dicendo di non aver "mai fatto cose a livello di sesso" e puntando il dito contro uno dei suoi figli che, secondo lui, avrebbe convinto i ragazzi "a denunciarmi perché aveva rabbia contro di me per i problemi che avevo con sua mamma".

La squadra allenata dal mister sotto accusa

Ogni elemento che possa indicare le generalità e la provenienza dell'imputato potrebbe risultare dannoso nei confronti delle presunte vittime. Per poter ricostruire la vicenda, almeno per il momento, basta sapere che l'uomo allenava una squadra amatoriale di calcio di cui facevano parte diversi ragazzi provenienti da situazioni di disagio sociale. Alcuni di loro erano stranieri, mentre altri avevano difficoltà in famiglia. Per questo motivo la squadra e lo sport erano diventati cruciali per le loro vite.

Come riportato dalla Gazzetta di Mantova, proprio uno di questi ragazzi ha raccontato in collegamento streaming con l’aula del Tribunale, davanti al collegio dei giudici presieduto da Giacomo Forte, quello che accadeva con il mister. A volte capitava che alcuni di loro dormissero a casa sua, dove incontravano suo figlio.

La Procura ha aggravato il capo d'imputazione

Poi, però, "ci faceva spogliare", ha continuato il ragazzo ricordando come sia "capitato che registrasse dei video con il telefonino, ma non so cosa ne facesse. Non li ho visti perché non ce li ha mai mostrati". Il giudice, che lo ha rassicurato sul fatto che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe parlato di quegli episodi, è sceso nei particolari delle presunte violenze. Le rilevazioni hanno indotto la pm Elisabetta Favaretto, titolare del fascicolo d'indagine, di aggravare il capo d'imputazione nei confronti dell'allenatore. "Eravamo piccoli, e lui era il nostro mister. Avevamo paura delle conseguenze di un nostro rifiuto", ha aggiunto il giovane calciatore.

Il mister, difeso da Alessia Magnani, ha confermato di aver sempre avuto un atteggiamento affettuoso nei confronti dei ragazzi, assicurando però di non aver "mai fatto cose a livello di sesso". Secondo lui, infatti, i suoi ex allievi sarebbero stati convinti a denunciarlo da suo figlio perché era arrabbiato con lui con i problemi che avevano in casa. La sentenza dovrebbe arrivare già lunedì 4 marzo.

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