Chiuse le indagini sui bimbi ustionati all’asilo: imputati maestra, coordinatrice e un genitore
La Procura di Bergamo ha concluso le indagini sull'incidente avvenuto lo scorso 30 maggio alla scuola dell'infanzia San Zano di Osio Sopra. Archiviata la posizione di don Luca Guerinoni, rappresentante legale dell'asilo, rimangono tre le persone indagate: il genitore che quella mattina ha portato e gettato sul falò il bioetanolo provocando il ritorno di fiamma che ha investito cinque bambini e tre adulti, l'insegnante responsabile di quella classe e la coordinatrice scolastica.
Il falò acceso dopo l'orienteering
Roberto Tornicelli non ha mai nascosto quanto era accaduto quella mattina. Il 41enne, papà di uno dei bambini della sezione blu, aveva portato da casa il flacone di bioetanolo e la pentola per cuocere i marshmallows. Per quella mattina era prevista l'attività di orienteering con i piccoli alunni e i genitori.
Alla fine avevano deciso di accendere un falò per scaldare le caramelle. Il fuoco, però, non ne voleva sapere di accendersi e allora il 41enne ha gettato il bioetanolo provocando la fiammata. Non era la prima volta che lo faceva, ha raccontato durante l'interrogatorio, ma quel giorno la fiamma investì lui, altri due genitori e cinque bambini (di cui due hanno riportato ustioni gravi).
Le posizioni della maestra e della coordinatrice scolastica
Secondo la Procura di Bergamo, la maestra della sezione blu avrebbe permesso che il bioetanolo venisse portato all'asilo. Anche nel caso in cui non sapesse cosa c'era in quel flacone, avrebbe dovuto verificare se la sostanza avrebbe potuto rappresentare un pericolo per i bambini di cui era responsabile.
Per lei e la coordinatrice scolastica, Simonetta Nava, si parla di "negligenza, imprudenza e imperizia". Quest'ultima aveva dichiarato di trovarsi in direzione nel momento dell'incidente, e non all'esterno con tutti gli altri. A lei sono imputate omissioni di misure necessarie a evitare eventi dannosi e delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Tramite il suo avvocato ha già fatto sapere di essere "determinata a difendersi da accuse che reputa ingiuste".