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Chiusa una casa famiglia a Busto Arsizio: i bambini vivevano in uno scantinato e mangiavano avanzi

Sono stati condannati i gestori di una casa famiglia a Busto Arsizio: per padre, madre e figlio pene che vanno dai 2 ai 3 anni. I 17 minori ospiti della struttura vivevano in condizioni “penose” tra cibo scaduto, locali non riscaldati e insulti. L’indagine dopo la segnalazione di alcuni volontari.
A cura di Francesca Del Boca
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Erano costretti a vivere in un seminterrato freddo e senza finestre, nutrendosi di cibi avariati o scarti dei pasti dei gestori della struttura. E ancora venivano obbligati a pulire anche le stanze da letto e i bagni degli adulti – che non mancavano di ricordare loro le rispettive origini, ogni volta con insulti e umiliazioni. Senza contare le minacce, le grida e le botte.

In queste condizioni, definite dagli inquirenti "penose", vivevano 17 minori (tra cui un ragazzo disabile) ospiti di una casa famiglia a Busto Arsizio (Varese). Tutti minorenni e tutti allontanati da situazioni familiari complicate.

L'indagine nata dalla segnalazione di alcuni volontari

L'indagine degli agenti della Squadra Mobile di Varese ha avuto inizio un anno fa, grazie alle segnalazioni di alcuni volontari della struttura che avevano assistito con i loro occhi ai maltrattamenti e alle sevizie quotidiane nei confronti dei piccoli ospiti.

Ora i tre gestori (padre, madre e figlio) sono stati condannati per maltrattamenti aggravati dal tribunale di Busto Arsizio. La sentenza prevede due anni di reclusione per il padre (con pena sospesa), due anni e sei mesi di reclusione convertiti in lavori di pubblica utilità per la madre, tre anni di reclusione convertiti in lavori di pubblica utilità per il figlio.

La struttura è stata definitivamente chiusa

I tre, nel maggio del 2022 erano già stati sottoposti a misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alle persone offese, con interdittiva a svolgere qualunque attività che includesse minori, e contestuale sospensione dell'attività della casa famiglia. Oggi, piomba come un macigno la sentenza del tribunale.

Che impone adesso la chiusura definitiva della struttura, e il trasferimento dei 17 minori coinvolti in altre case famiglia. Sperando siano più fortunati, come finora non sono stati mai.

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