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Chiude un’altra pasticceria storica di Milano, addio a Reina in Città Studi: “Si lavora meglio in provincia”

Dopo Migliavacca e Vecchia Milano, chiude un’altra storica pasticceria in zona città Studi-Susa. Stavolta tocca a Reina. “Continueremo fuori città. Qui si sta spopolando, manca il ricambio generazionale: Milano costa ormai troppo”
A cura di Francesca Del Boca
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La pasticceria Reina in via Francesco Reina 31, Milano (Città Studi-Susa)
La pasticceria Reina in via Francesco Reina 31, Milano (Città Studi-Susa)

Si abbassa anche la saracinesca di Reina, storica pasticceria dell'omonima via nel quartiere tra Città Studi e Susa a Milano (via Francesco Reina, 31). Dopo Migliavacca e Vecchia Milano, un altro antico bar della zona è costretto così a chiudere i battenti: 75 anni di storia, con sedi gemelle nate a Cernusco sul Naviglio e Peschiera Borromeo, finiranno per sempre tra qualche giorno.

"È con grande dispiacere che annunciamo che il 28 gennaio sarà l’ultimo giorno di apertura del nostro storico punto vendita di via Reina 31 a Milano", si legge nella nota diffusa sui canali social del negozio nato nel 1949, famoso per la sue crostate, i panettoni e i grandi lievitati, i pasticcini, le zeppole e le brioche per colazione. "È una decisione sofferta, presa dopo una lunga e attenta riflessione che sappiamo inciderà su una parte importante della nostra storia".

Gli storici proprietari, che terranno aperti i punti vendita in provincia, hanno ormai ceduto l'attività a un parente. La chiusura della storica, ma piccola, pasticceria di Milano è motivata dalla volontà di intraprendere una differente avventura commerciale.   Fuori dai confini di Milano.

"Continueremo la nostra attività fuori città, si lavora molto meglio. Milano è diventata una città troppo severa nei confronti degli artigiani", le loro parole a Corriere della Sera. "Tra Area B, Area C, strisce blu, per i clienti è sempre più difficile venire a trovarci. E poi questa zona si sta spopolando e sta invecchiando, manca il ricambio generazionale. I giovani vanno via, anche perché la città è sempre più cara".

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