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Chirurgo condannato per errore asporto stomaco a paziente, le motivazioni della sentenza

Non può che “sottolinearsi” la “vigliaccheria” del chirurgo, il quale, “dopo aver visionato l’esito del primo e poi del secondo referto istologico”, non aveva evidentemente avuto “il coraggio di riferire all’ignara paziente” che “non aveva mai sofferto di un carcinoma gastrico o di altre patologie tumorali”. Questa parte delle motivazioni della condanna a due anni del dottor Ceriani delle Multimedica di Sesto San Giovanni che ha asportato lo stomaco di una donna dopo la diagnosi, errata, di un tumore maligno.
A cura di Filippo M. Capra
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È stato definito un vigliacco nelle motivazioni della sentenza di condanna a due anni di carcere il dottor Valerio Ceriani della Multimedica di Sesto San Giovanni che nel 2016 ha asportato, per errore, lo stomaco di una paziente di 53 anni dopo averle diagnosticato un carcinoma maligno che, in realtà, non è mai esistito.

Nelle motivazioni del giudice del tribunale di Monza Angela Colella, si legge che non può che "sottolinearsi" la "vigliaccheria" del chirurgo il quale, "dopo aver visionato l'esito del primo e poi del secondo referto istologico", non aveva evidentemente avuto "il coraggio di riferire all'ignara paziente" che "non aveva mai sofferto di un carcinoma gastrico o di altre patologie tumorali". Dunque ha proceduto con l'operazione chirurgica, nonostante la "diagnosi di tumore maligno totalmente sbagliata", provocando danni gravissimi alla donna che si è costituita parte civile nel processo.

In merito alle conseguenze patite dalla paziente, il giudice Colella scrive che "a soli cinquant'anni è stata immotivatamente privata di un organo unico e fondamentale come lo stomaco, vedendo irrimediabilmente compromesse le proprie condizioni di salute e vita". Inoltre, nel momento in cui "il marito della donna gli aveva chiesto un colloquio, dopo essersi reso conto di come stessero realmente le cose" il dottor Ceriani, scrive ancora il giudice, "si era di fatto preso gioco di lui, approfittando del divario culturale e di competenze specifiche che li divideva". Queste le motivazioni della condanna per lesioni colpose gravissime ed interdizione all'esercizio della professione per due anni, oltre a versare una provvisionale di 300.000 euro alla donna e di 20.000 al marito.

Dopo l'intervento, la donna, mamma di tre figli, non è più riuscita ad avere una vita normale perdendo 30 chilogrammi e ancora oggi si porta dietro una "malattia certamente o probabilmente insanabile". Il Tribunale di Monza afferma infine che "la responsabilità conseguente alla decisione di sottoporre" la paziente all'operazione chirurgica, "dando per scontato che la stessa fosse affetta da carcinoma" e "senza attendere l'esito delle biopsie", è "imputabile" al dottor Ceriani, in quanto su di lui ricadeva "la decisione di operare", anche se la "errata diagnosi" era stata inizialmente formulata da un altro medico.

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