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Chiesta l’archiviazione per le maestre che bullizzavano un bimbo, la mamma: “A farne le spese è mio figlio”

La Procura di Pavia ha chiesto l’archiviazione per le tre maestre che avevano insultato e bullizzato il figlio di una collega in chat: “Sono sconcertata dal fatto che la questione sia stata poco approfondita – spiega la madre a Fanpage.it – e dalla leggerezza con cui è stata condotta questa indagine dal pm”.
A cura di Ilaria Quattrone
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La Procura di Pavia ha chiesto l’archiviazione per il procedimento nei confronti delle tre maestre accusate di maltrattamenti, abuso dei mezzi di correzione e diffamazione a carico di un bambino di otto anni della scuola Carducci di Pavia. L’inchiesta era partita dopo la denuncia presentata dalla madre del piccolo, nonché collega delle tre insegnanti, che aveva scoperto per puro caso le chat tra le tre docenti in cui il figlio veniva insultato.

La donna si era seduta davanti al pc della scuola, lasciato acceso, ed era incappata nelle chat. Ad attirarla una foto che ritraeva il figlio: da lì, la scoperta di alcuni insulti. Le colleghe definivano il piccolo “pirla”, “pirletta” e ancora “bimbo di m…”.

L'incapacità professionale delle indagate

Per la Procura, nonostante sia emersa “una incapacità professionale” delle indagate perché “prive delle doti di sensibilità e umanità” nel supportare le esigenze degli alunni, non sarebbero stati commessi reati: "Io sono sconcertata dal fatto che la questione sia stata poco approfondita – spiega la madre a Fanpage.it – e dalla leggerezza con cui è stata condotta questa indagine dal pm. Mi aspettavo un'indagine più approfondita, soprattutto perché si tratta di un bambino".

Secondo la Procura non ci sarebbe alcuna ipotesi di reato né per i maltrattamenti, in quanto non sarebbe emersa alcuna volontà di sottoporre i loro alunni “a una serie continua di atti di vessazione", né per l’abuso dei mezzi di correzione. In quest'ultimo caso le condotte descritte “non sarebbero idonee a cagionare il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente della persona offesa”.

Infine non sussisterebbe la diffamazione perché gli insulti sarebbero avvenuti solo in due chat private con due colleghe dove le dichiarazioni della maestre “non risultano strettamente collegate fra di loro e dirette ad offendere la reputazione del minore con più persone” trattandosi di “dichiarazioni estemporanee”.

Uno sfogo delle proprie frustrazioni

Per gli inquirenti sostanzialmente si tratterebbe solo di uno sfogo “delle proprie frustrazioni con una collega”. Uno “sfogo” che non avrebbe avuto alcun “intento offensivo”:"Sono tre adulti che hanno preso di mira un bambino – continua la madre del piccolo – e si sono messi d'accordo anche su come coprirsi al vicenda. Non dimentichiamoci del vocale dove un'insegnante dice: "Tu di che il bambino lo hai messo fuori dalla classe per farlo tranquillizzare e non a scopo punitivo". È stato premeditato mettere fuori il bimbo dall'aula proprio per colpire me, ma è stato usato lui".

L’avvocata della mamma, Luisa Flore, ha però presentato opposizione e chiede che vengano svolte ulteriori indagini: "Il pm dichiara che loro non sono in grado di fare le insegnanti: non sono adatte – prosegue la donna – a questo tipo di lavoro. C'è quindi un'incapacità professionale: questa non è coerente con la decisione di archiviazione. Non stiamo giocando".

L'udienza potrebbe essere prevista per l'autunno

Toccherà quindi al giudice per le indagini preliminari Pasquale Villani decidere sul da farsi: l’udienza dovrebbe essere prevista per l’autunno. Qualora dovesse essere archiviato il caso, proseguirà sia il procedimento civile intentato sempre dalla madre – che sembrerebbe essere indagata per accesso abusivo nelle conversazioni anche se ancora non le è stato notificata la notizia – che quello disciplinare aperto dall'Ufficio scolastico regionale nei confronti delle tre insegnanti che erano state anche sospese in via cautelare.

"Il bimbo ha avuto ripercussioni a livello psicologico quando loro sono andate via soprattutto una delle tre, il bambino è rinato. Adesso la scuola inizierà il 12 settembre, ci auguriamo che loro non tornino perché al di là di mio figlio, queste persone non sono in grado di svolgere questo mestiere soprattutto dopo che il pm ha dichiarato che sono prive di sensibilità e umanità. Questo vuol dire che al di là di mio figlio sono persone che non possono stare in mezzo ai bambini. Il nostro lavoro è una vocazione".

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