Chiesta archiviazione sui morti Covid al Trivulzio, i parenti: “Continueremo a chiedere la verità”
"La decisione della Procura di Milano ci lascia sgomenti". Commenta così a Fanpage.it Alessandro Azzoni, fondatore dell'associazione Felicita che raggruppa tutti i parenti degli ospiti del Pio Albergo Trivulzio morti per Covid, la decisione del pubblico ministero di chiedere l'archiviazione delle indagini aperte per far luce sui tanti decessi Covid durante i primi mesi della pandemia. Per 18 mesi sotto gli inquirenti si sono concentrati sulla presunta assenza di protezioni individuali che avrebbero determinato, da gennaio ad aprile 2020, un alto numero di morti tra gli anziani ricoverati nella struttura milanese. In questi mesi sono stati 300 i decessi, uno su tre per Coronavirus. Nel registro degli indagati per pandemia e omicidio colposo era finito l'ex direttore generale della casa di cura Giuseppe Calicchio.
Azzoni: Non siamo mai stati sentiti dal pubblico ministero
"E per 18 mesi noi parenti delle vittime non siamo mai stati ascoltati in modo diretto dal pubblico ministero", continua a spiegare a Fanpage.it Azzoni. O meglio: "Noi abbiamo fin da subito collaborato con le indagini. Noi parenti della vittime e gli operatori sanitari abbiamo fatto arrivare al pm la nostra testimonianza attraverso la Guardia di Finanza ma non siamo mai stati convocati direttamente dalla Procura". Poi Azzoni, che si fa portavoce anche degli altri membri dell'associazione, precisa che non si fermeranno qui: ora bisognerà attendere se il giudice per le indagini preliminari accetterà o meno la richiesta di archiviazione e poi l'associazione deciderà come agire. "Nulla ci impedirà di andare avanti a richiedere verità e giustizia".
Azzoni: Non ci basta avere una verità storica, ne vogliamo anche una giudiziaria
La Procura ha scelto la strada dell'archiviazione perché risulta difficile dimostrare senza ragionevole dubbio la correlazione tra le morti Covid e alcune responsabilità della direzione della struttura. "Oggi è sicuramente una giornata infelice per la giustizia italiana", tiene a sottolineare Azzoni. L'associazione del resto cerca la risposta a quella domanda che da 18 mesi fanno a inquirenti e investigatori: "Quanti morti si sarebbero potute evitare se le direzione avesse fin da subito seguito i protocolli Covid già in vigore e avesse fornito operatori sanitari di strumenti di protezione adeguati?". E poi Alessandro Azzoni conclude: "Non ci basta avere una memoria e verità storica, vogliamo anche una verità giudiziaria che si avrà solo passando da tribunali penali. Perché noi parenti non ci accontenteremo ad avere processi civili e risarcimenti. Vogliamo verità e giustizia". Lo stesso che si cerca anche nelle altre rsa di Milano: i fascicoli aperti con la stessa accusa sono 20, per tutti questi è stata richiesta l'archiviazione. La decisione ora passa al giudice per le indagini preliminari.