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Chiara Ferragni rinuncia al ricorso contro l’antitrust: come procedono le indagini sul pandoro-gate

Chiara Ferragni ha rinunciato a chiedere l’annullamento della sanzione dell’Antitrust sulla pubblicità ingannevole per il caso del pandoro-gate: l’influencer pagherà un milione di euro.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Ferragni rinuncia al ricorso contro la multa da un milione di euro dell'antitrust per pubblicità ingannevole sul caso del pandoro-gate. L'udienza al Tar del Lazio per discutere i ricorsi amministrativi era fissata per il 17 luglio, ma l'influencer e i suoi avvocati hanno deciso di rinunciare a chiedere l'annullamento della sanzione. Ci potrebbe essere un'intesa informale con l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ma nulla è ancora certo. Di sicuro però – come rivelano fonti di Fanpage.it – questo potrebbe essere un primo passo verso decisioni più articolate attese nei prossimi giorni. Cosa accadrà è ancora tutto da capire.

Intanto proseguono le indagini della Guardia di Finanza di Milano coordinate dal pubblico ministero Eugenio Fusco sull'ipotesi di reato per truffa aggravata sul caso del "Pandoro Pink Christmas" che aveva visto un accordo tra la Balocco e Chiara Ferragni: nel fascicolo degli indagati sono iscritti Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, oltre che Franco Cannillo di Dolci Preziosi. Risulta indagato dalla Procura di Milano con l'ipotesi di concorso in truffa aggravata anche Fabio Maria Damato, l'ex general manager di Chiara Ferragni.

L'inchiesta della Procura si sta infatti concentrando anche su altre campagne pubblicitarie dell'influencer in cui l'operazione di commercio era legata a un'attività di solidarietà. Il sospetto quindi che anche dietro la vendita delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi ci sia stato l'inganno.

Bisogna risalire a Natale 2022 quando si era lasciato intendere che acquistando il pandoro si sarebbe l'ospedale Regina Margherita di Torino: il ricavato avrebbe aiutato l'ospedale a comprare un nuovo macchinario per la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing. Ma in realtà la somma era stata già stanziata prima della messa in vendita del pandoro.

Sull'accusa di truffa aggravata della Procura di Milano Chiara Ferragni si è fin da subito difesa sostenendo che c'è stato un errore di comunicazione, ribadendo però che "nel cartiglio e nei miei post, però, abbiamo sempre scritto e detto che ‘Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale…', mai che una percentuale delle vendite sarebbe andata in beneficenza".

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