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Caso Chiara Ferragni

Chiara Ferragni, perquisita anche l’azienda Dolci Preziosi: la Finanza cerca documenti, contratti ed e-mail

Prosegue l’inchiesta della Procura di Milano che vede indagata per truffa aggravata l’influencer più famosa d’Italia. Dopo Balocco, Trudi e Oreo, nelle scorse ore la Guardia di Finanza ha perquisito anche la Dolci Preziosi di Corato (Bari) in cerca di documenti, contratti ed e-mail scambiate con lo staff di Ferragni.
A cura di Francesca Del Boca
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Prosegue l'inchiesta della Procura di Milano che vede indagata per truffa aggravata l'influencer più famosa d'Italia. Dopo le sedi di Balocco, Trudi e Oreo, nelle scorse ore la Guardia di Finanza ha perquisito anche la Dolci Preziosi di Corato, in provincia di Bari, alla ricerca di documenti, contratti ed e-mail scambiate con lo staff di Chiara Ferragni. L'azienda, di proprietà della famiglia Cannillo, tra la primavera del 2021 e quella del 2022 aveva lanciato sul mercato l'uovo di Pasqua in collaborazione con Chiara Ferragni. 

L'operazione commerciale con Dolci Preziosi

L'operazione commerciale con Dolci Preziosi, secondo quanto riportato al tempo sul packaging delle uova pasquali, si proponeva di sostenere l'associazione benefica a sostegno di bimbi e ragazzi affetti da autismo I Bambini delle Fate. "Ma assolutamente non c’è stata correlazione tra le vendite delle uova e la donazione. Ferragni è stata pagata solo per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto", aveva dichiarato a Il Fatto Quotidiano l'imprenditore Franco Cannillo. E ancora. "Chiara Ferragni ha incassato un milione e 200mila euro, di cui 500mila nel 2021 e 700mila nel 2022). Per il 2023 ha chiesto una cifra esorbitante, e non abbiamo più chiuso il contratto".

Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata

L'inchiesta della Procura di Milano nasce dopo il caso del pandoro benefico realizzato con Balocco Pink Christmas, pesantemente sanzionato dall'Antitrust per "pratica commerciale scorretta". La Balocco, secondo quanto emerso, aveva infatti già versato una donazione all'ospedale Regina Margherita di Torino, indipendente dalle vendite del pandoro rosa griffato Ferragni: per l'Antitrust, insomma, Balocco e Ferragni avrebbero "fatto credere ai consumatori che acquistando il pandoro Pink Christmas al prezzo di oltre 9 euro, anziché di circa euro 3,70 del pandoro non griffato, i consumatori avrebbero contribuito alla donazione che, in realtà, era già stata fatta dalla sola Balocco, in cifra fissa, a maggio 2022, quindi molti mesi prima del lancio dell’iniziativa, avvenuto a novembre 2022″.

Il tutto attraverso "post e stories sui canali social della signora Ferragni, in cui si lasciava intendere che comprando il pandoro Pink Christmas si poteva contribuire alla donazione e che la Signora Ferragni partecipava direttamente alla donazione. Circostanze risultate non rispondenti al vero, nonostante le sue società avessero incassato oltre 1 milione di euro".

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