Perché più Procure stanno indagando su Chiara Ferragni, accusata di falsa beneficenza per il pandoro Balocco
Milano, Cuneo, Prato. Sono già tre le Procure, sparse in tutta Italia, che indagano sulle società di Chiara Ferragni dopo la maxi multa da un milione di euro dell'Antitrust: secondo l'Autorità garante della concorrenza e del mercato l'imprenditrice digitale avrebbe fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro Balocco Pink Christmas avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, in realtà già effettuata dalla sola Balocco mesi prima- e fissata in soli 50mila euro, contro il milione e oltre che le aziende riconducibili a Ferragni avrebbero in realtà guadagnato dall'operazione commerciale.
Per il momento le magistrature coinvolte hanno aperto solo fascicoli "esplorativi" modello 45, ovvero senza titoli di reato e senza indagati. Ma perché il caso sta coinvolgendo più pm, e minaccia di allargarsi a macchia d'olio?
Gli esposti per truffa aggravata in 104 province d'Italia
Il tutto nasce dall'azione del Codacons, che da sempre si scaglia pubblicamente contro la coppia più in vista del Paese Ferragni-Fedez. Questa volta, presentando ben 104 esposti per ipotesi di truffa aggravata tra le varie Procure d'Italia e bollando la vendita del pandoro benefico Pink Christmas come una "abominevole operazione di lucro", in quanto "sulla scia dei sentimenti solidaristici ed alla sensibilità verso le cure per poveri bambini bisognosi" sarebbero stati "indotti comportamenti commerciali come l'acquisto del dolce". Seguiti da "lacrime di coccodrillo" da parte dell'influencer che, secondo l'associazione di consumatori, ben sapeva che il ricavato dell'operazione sarebbe finito interamente nelle proprie tasche.
Le analisi della Guardia di Finanza sui documenti dell'Antitrust
Che succede, in questi casi? La Guardia di Finanza, come sta accadendo a Milano, potrà analizzare la consistente mole di documentazione prodotta dall'Antitrust: saranno necessari diversi giorni perché il procedimento di acquisizione e analisi di tutta la documentazione sulla vicenda del pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni venga completato. Solo alla fine i militari delle Fiamme Gialle incaricati delle indagini produrranno così una relazione che verrà consegnata al procuratore competente: sulla base di questa analisi, il magistrato deciderà dunque se vi siano ipotesi di reato ed eventuali indagati.
Cosa succederà le indagini dovessero proseguire
Diversi territori, diversi magistrati. Qualora le indagini dovessero però prospettare le stesse ipotesi di reato nelle varie province, essendo unico il fatto, le varie inchieste confluirebbero in un unico procedimento. E quindi? A quel punto toccherà stabilire la competenza territoriale del caso – che molto probabilmente ricadrebbe su Milano, dove l'imprenditrice digitale risiede e dove hanno sede le società di Ferragni coinvolte nello scandalo pandoro benefico (Fenice Srl e TBS Crew).