Chiara Ferragni e ad Balocco indagati per truffa aggravata per il caso pandoro
Arriva la conferma dopo giorni di indagini. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per truffa aggravata nei confronti della influencer Chiara Ferragni sul caso del pandoro Balocco. La notizia arriva nello stesso giorno che la Guardia di Finanza ha acquisito carte nell'azienda dolciaria con sede in Piemonte: qui i finanzieri hanno cercato le prove della comunicazione via email tra l'imprenditrice e i vertici dell'azienda. Ora anche Alessandra Balocco, presidente e amministratore delegato dell'azienda piemontese, risulta iscritta nel registro degli indagati. Il reato ipotizzato, in base anche a una sentenza della Cassazione, è truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori in quanto commessa con il sistema informatico.
Come si difende Chiara Ferragni
Subito dopo che Chiara Ferragni è stata informata dell'apertura del fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Milano l'influencer ha così commentato: "Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero".
Perché Chiara Ferragni è indagata per truffa
Da giorni la Guardia di Finanza sta indagando sul caso del progetto legato al pandoro "Pink Christmas" del Natale del 2022. L'influencer era testimonial dell'azienda Balocco: attraverso la pubblicità avevano lasciato intendere che acquistando il pandoro a firma di entrambi si sarebbe sostenuta la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing permettendo così all'ospedale Regina Margherita di Torino di comprare un nuovo macchinario, ma in realtà la somma era stata già stanziata.
La prima ad accorgersi di queste tempistiche sbagliate è stata l'antitrust che aveva parlato di pubblicità ingannevole. Poi l'inchiesta è passata alla Procura che oggi lunedì 8 gennaio ha aperto un fascicolo per truffa aggravata cosa che permette ai magistrati di procedere d'ufficio anche senza aver ricevuta alcuna querela da chi ha comprato il pandoro.
Il reato contestato è quello di truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori in quanto commessa con il sistema informatico: la comunicazione infatti è avvenuta soprattutto via social. Intanto continuano le indagini della Guardia di Finanza anche sulle uova di Pasqua di Dolci Preziosi e la bambola Trudi. Entrambe le iniziative sono a scopo solidale e sono progetti legati a Chiara Ferragni.