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Caso Chiara Ferragni

Chiara Ferragni indagata per la bambola, Trudi: “Noi estranei a qualsiasi attività di beneficenza”

Trudi, l’azienda produttrice della bambola Chiara Ferragni, si dichiara “estranea a qualsiasi attività di beneficenza o altra iniziativa sviluppata autonomamente da Tbs Crew”. E mette in chiaro di aver solamente realizzato il pupazzo.
A cura di Francesca Del Boca
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Trudi, l'azienda di giocattoli e peluche produttrice della bambola di Chiara Ferragni (ora coinvolta dall‘inchiesta della Procura di Milano), si chiama fuori. E si dichiara "estranea a qualsiasi attività di beneficenza o altra iniziativa sviluppata autonomamente da Tbs Crew – Chiara Ferragni", e che il "packaging e la bambola stessa non hanno mai riportato alcuna comunicazione riferente ad azioni di beneficenza o altro".

Insomma, l'azienda di Udine mette in chiaro di aver solamente realizzato il pupazzo con le fattezze dell'influencer, senza però aver mai partecipato o dichiarato di partecipare ad alcuna iniziativa benefica tra quelle promosse dal team di Chiara Ferragni e per le quali l'imprenditrice digitale, adesso, si trova indagata per truffa aggravata (ossia il pandoro Balocco e le uova di Pasqua Dolci Preziosi).

Gli accordi erano stati presi, precisa infatti una nota, dalla precedente gestione dell'azienda, contattata nel 2018 dalla società Tbs Crew (Chiara Ferragni) esclusivamente per lo sviluppo e la produzione della bambola Chiara Ferragni. E così Trudi, secondo quanto dichiarato dall'azienda stessa, "si riserva di intraprendere eventuali azioni legali qualora si riscontrasse un proseguo di notizie errate e fuorvianti a danno del marchio stesso".

L'iniziativa riguardava la messa in commercio della bambola che l'imprenditrice digitale aveva realizzato in occasione del suo matrimonio con il rapper Fedez, avvenuto in Sicilia nel settembre del 2018. "Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio, abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte", erano state le parole di Ferragni durante il lancio del prodotto. "Si vende su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp Out Bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore".

E mentre TBS Crew, una delle società di Ferragni coinvolte nello scandalo, fa sapere di aver correttamente donato i proventi all'associazione statunitense nel luglio 2019, così come dichiarato (“i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l'e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate al provider esterno che gestiva la piattaforma, sono stati donati all'associazione Stomp Out Bullying"), la presidente della non profit Ross Ellis ha smentito in diretta a Zona Bianca. "Non so chi sia questa donna. Non abbiamo mai ricevuto una donazione".

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