Chiara Ferragni indagata anche per le uova di Pasqua Dolci Preziosi e la bambola Trudi: cosa è successo
Dopo la vicenda del pandoro Pink Christmas di Balocco, non c'è pace per Chiara Ferragni. Sull'imprenditrice digitale piovono infatti ulteriori accuse di truffa aggravata, dopo i 104 esposti del Codacons tra le Procure di tutta Italia: stavolta le indagini della Procura di Milano travolgono anche le vendite delle uova pasquali in collaborazione con Dolci Preziosi, insieme per il progetto benefico I Bambini delle Fate, e la bambola Trudi realizzata con le fattezze dell'influencer, i cui proventi dovevano essere destinati all'associazione anti-bullismo americana Stomp Out Bullying.
E così il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco potrebbe presto iscrivere nel registro degli indagati anche chi ha lavorato agli altri due progetti in esame, come del resto è toccato alla presidente e amministratrice delegata dell'azienda produttrice del pandoro Pink Christmas Alessandra Balocco.
Le uova di Pasqua con Dolci Preziosi
Nel febbraio 2021 e nel febbraio 2022 Chiara Ferragni introduce sul mercato le sue uova di Pasqua in collaborazione con Dolci Preziosi. Anche stavolta, come nel caso del pandoro Balocco già multato dall'Antitrust per "pratica commerciale scorretta", alla base dell'operazione commerciale c'è un progetto benefico: sostenere l'associazione per minori affetti da autismo I Bambini delle Fate.
Interrogato però da Il Fatto Quotidiano, che per primo aveva sollevato dubbi sull'ambiguità di questa operazione di beneficenza, il presidente di Dolci Preziosi Franco Cannillo precisa: "Non c’è assolutamente nessuna correlazione tra le vendite delle uova e la donazione a I Bambini delle Fate. Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine", spiega l'imprenditore a Selvaggia Lucarelli. "Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto". Le vendite del prodotto insomma, sono completamente slegate dalle offerte al sociale: una prassi nascosta al consumatore.
E aggiunge: "Il cachet era di 500mila euro nel 2021 e 700mila euro nel 2022. Poi Ferragni ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto". Un guadagno di un milione e 200mila euro per l'imprenditrice digitale di Cremona, mentre all’associazione benefica sono stati donati da Dolci Preziosi "soli" 36mila euro, slegati dal quantitativo di uova vendute grazie al nome dell'influencer da 30 milioni di seguaci: 12 mila nel 2021 e 24 mila euro nel 2022.
"Non siamo mai stati informati se venisse erogato un compenso a Ferragni per la sua partecipazione né tantomeno dell’entità economica dell’operazione gestita da Dolci Preziosi", le parole del fondatore de I Bambini delle Fate Franco Antonello, diventato celebre con il figlio Andrea dopo il successo del libro dello scrittore Fulvio Ervas Se ti abbraccio non avere paura (Marcos Y Marcos), da cui il regista Gabriele Salvatores ha tratto un film.
"Non ho mai avuto alcun contatto con Chiara Ferragni, che però, in modo completamente separato dall’operazione uova, ci ha fatto pervenire un contributo di euro 40mila e per questo posso solo ringraziarla", ha scritto Antonello sui propri canali social.
La mascotte Chiara Ferragni di Trudi
Ma l'inchiesta della Procura di Milano, condotta dal procuratore Eugenio Fusco, si allarga ancora di più. E tocca anche la bambola Trudi con le fattezze di Chiara Ferragni, che così venne presentata all’epoca del debutto: "Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio, abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte: si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp Out Bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore".
E ancora: "Occhioni azzurri e sguardo sognante, lunghi boccoli ad incorniciarle il volto, un tocco di blush a rendere glamour anche la sua versione mini", la descrizione del pupazzo firmato Trudi, alto 34 centimetri e lanciato sul mercato online a 34,99 euro. "Minidress color azzurro fiordaliso, accompagnato da un chiodo in pelle nera e delle iconiche sneakers bianche".
Una delle società di Ferragni coinvolte nello scandalo, TBS Crew, fa sapere intanto che “i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l'e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate al provider esterno che gestiva la piattaforma, sono stati donati all'associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019”. Ma la fondatrice della non profit statunitense che si occupa di cyberbullismo e omofobia, contattata dai giornalisti del programma Mediaset Zona Bianca, smentisce con forza. "Non abbiamo mai ricevuto una donazione", dichiara Ross Ellis. "Non conosco questa donna".
Chiara Ferragni: "Risponderò solo alla magistratura"
A stabilire il reale andamento dei fatti saranno in fondo solo le indagini della Procura, una volta che la Cassazione avrà risolto la questione della competenza territoriale e avrà finalmente riunito le inchieste aperte (al momento Milano e Cuneo) in un unico fascicolo facente capo a una delle due realtà. Nel frattempo però, ad eccezione di un video di scuse pubblicato sui social a metà dicembre, dall'influencer 36enne non arriva neanche un commento sulla vicenda.
"In seguito a continue sollecitazioni ricevute da vari organi di informazione, Chiara Ferragni, anche in qualità di amministratore delegato di TBS Crew Srl e di Fenice Srl, ribadisce che risponderà esclusivamente alle autorità competenti, a cui conferma la propria fiducia ed è a loro disposizione per chiarire quanto accaduto", si legge in una nota diffusa dai legali dell'imprenditrice.