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Caso Chiara Ferragni

Chiara Ferragni impugna la multa da un milione di euro dell’Antitrust: cosa significa e che succede ora

Dopo Balocco, anche Chiara Ferragni ha deciso di impugnare il provvedimento dell’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato sul pandoro Pink Christmas realizzato con la casa dolciaria piemontese. “La donazione benefica spettava alla sola Balocco, più sostanziosa rispetto ai ricavi”.
A cura di Francesca Del Boca
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Dopo Balocco, anche Chiara Ferragni ha deciso di impugnare il provvedimento dell’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato sulla vendita del pandoro Pink Christmas realizzato con la casa dolciaria piemontese.

Secondo quanto anticipato oggi dal quotidiano Il Messaggero, nelle 34 pagine di ricorso depositate ieri dai legali al Tar del Lazio l'imprenditrice digitale (ora indagata per truffa aggravata dalla Procura di Milano dopo gli esposti del Codacons nati dalla sanzione) contesta infatti le due multe per pubblicità ingannevole arrivate alle società Tbs Crew e Fenice Srl, per un totale di circa un milione di euro, definendole una misura "del tutto sproporzionata rispetto alla gravità e alla durata della condotta".

Il ricorso non contiene alcuna richiesta cautelare di sospensione. Dopo il deposito sarà fissata l'udienza.

I legali di Ferragni: "La donazione spettava alla sola Balocco"

Al centro della controffensiva dei legali di Ferragni ci sarebbe proprio la tanto contestata donazione di 50mila euro da parte di Balocco all’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino, pubblicizzata sui pandori venduti in collaborazione con l’influencer nella stagione invernale 2022/2023. "In nessun caso è stato rappresentato che l’acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto e che la differenza di prezzo tra l’edizione limitata del pandoro Pink Christmas e il pandoro tradizionale Balocco sarebbe stata destinata a tale iniziativa benefica", si legge nel ricorso dei legali di Ferragni.

Insomma, era tutto scritto nero su bianco, sostiene il team legale dell'influencer cremonese: la donazione benefica spettava alla sola azienda Balocco. E anzi, Ferragni avrebbe dato all'ospedale Regina Margherita "una visibilità gratuitamente apportata" attraverso "la ripetuta menzione dell’ospedale nei post e nelle stories".

L'importo della donazione benefica effettuata da Balocco

Ma non solo. L'importo finale di questa donazione sarebbe stato anche "consistente" rispetto ai prodotti effettivamente venduti, dal momento che la commercializzazione dei pandori griffati non ha in fondo raggiunto "i risultati sperati" e che "nel complesso, le vendite non hanno riportato un esito soddisfacente". Balocco ha comunicato infatti a Fenice che "solo 286.422 prodotti hanno raggiunto il consumatore finale, rispetto a 356.782 prodotti distribuiti ai rivenditori". Un flop commerciale, con "144mila prodotti finiti al macero".

In poche parole sarebbero stati donati "50mila euro a fronte di ricavi che si stimano pari ad euro 234.000, ossia il 25 per cento": una donazione "base"  già prevista dal contratto, che non indicava "nessun criterio di correlazione proporzionale alle vendite future" (anche se, precisano comunque i legali dell'imprenditrice digitale, "non era nemmeno escluso che l’importo finale potesse anche superare tale soglia"). Donazione anticipata solo in quanto "c’era la volontà di garantire il prima possibile all’Ospedale le risorse per avviare le procedure pubblicistiche di acquisto del macchinario".

Ieri anche Balocco ha depositato il suo ricorso. Secondo i legali, il procedimento sanzionatorio nei confronti dell'azienda è illegittimo "in quanto avviato oltre il termine decadenziale di 90 giorni". Per la società è inoltre illegittimo per la violazione delle disposizioni procedurali perché l'Antitrust "non ha rispettato le regole procedurali per richiedere il parere istruttorio all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni".

Quanto alla presunta pratica commerciale scorretta, la stessa "non puntava ad orientare le scelte del consumatore stimolandone l'animus donandi bensì ad ampliare il bacino dei consumatori raggiungendo anche i follower della Sig.ra Ferragni, attratti dagli elementi distintivi dell'artista immediatamente visibili al momento dell'acquisto del pandoro".

Anche il Codacons interviene al Tar del Lazio

Nel frattempo il Codacons ha deciso d'intervenire al Tar del Lazio: "Contestiamo a tutto campo le assurde tesi difensive dell'influencer e in sede di ricorso chiederemo ai giudici del Tar di condannare la Ferragni a risarcire tutti gli acquirenti del pandoro ‘Pink Christmas'", si legge in una nota stampa. L'associazione ha inoltre spiegato che chiederanno ai giudici di condannare Ferragni a risarcire tutti gli acquirenti del prodotto.

"Chiara Ferragni contraddice se stessa, e commette un nuovo grave errore, nel famoso video pubblicato sui social a seguito della multa dell'Antitrust, l'influencer aveva infatti chiesto scusa e ammesso i propri sbagli".

"Ora l'imprenditrice avrebbe cambiato totalmente versione, smentendo se stessa e sostenendo che in nessun caso è stato rappresentato che l'acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto, e che l'ospedale Regina Margherita ha ottenuto grazie a lei una enorme pubblicità gratuita".

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