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Caso Chiara Ferragni

Pandoro Balocco, Chiara Ferragni pronta a collaborare con la Procura: “Ma no gioco al massacro”

Gli avvocati che assistono Chiara Ferragni escludono l’esistenza di reati sul caso del Pandoro Pink Christmas di Balocco, e si dicono pronti a collaborare con gli inquirenti delle Procure che indagano dopo gli esposti per truffa presentati dal Codacons.
A cura di Francesca Del Boca
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Si dicono tranquilli e preparati a fornire tutti i chiarimenti del caso agli inquirenti. "Ma no al gioco al massacro su Chiara Ferragni". Lo sostengono i legali dell'imprenditrice digitale, che rivolgendosi a LaPresse escludono l'esistenza di reati sul caso dei pandori Pink Christmas venduti con Balocco, su cui stanno indagando le Procure di Milano, Cuneo e Prato.

Un'operazione commerciale che a Ferragni è costata un milione di euro di multa dell'Antitrust per aver fatto credere ai consumatori che, acquistando il dolce natalizio griffato dall'influencer, avrebbero contribuito all'acquisto di un macchinario per le cure terapeutiche dei bambini ricoverati all'ospedale Regina Margherita di Torino – quando in realtà la donazione benefica, intorno ai 50mila euro, era già stata effettuata dalla sola Balocco mesi prima.

Le indagini delle Procure in tutta Italia dopo gli esposti per truffa

Al momento gli avvocati dello studio legale Bana si dicono pronti a collaborare con i pm, in attesa di "chiarezza" su quali siano i magistrati competenti. Per ora, infatti, i procedimenti avviati dalle tre Procure nazionali dopo gli esposti del Codacons per truffa aggravata sono a modello 45, ovvero senza ipotesi di reato né indagati. Può essere solo l'inizio, visto che altri esposti sono stati presentati in altre 101 province sparse in tutta Italia, sì: quel che sembra essere certo è che, nel caso le indagini dovessero proseguire, confluirebbero senz'altro in un unico fascicolo facente capo alla Procura di Milano, la prima ad aprire il provvedimento e a far scattare l'intervento della Guardia di Finanza. Nonché la città in cui risiedono Ferragni e le società "incriminate" Fenice e TBS Crew.

Nel mirino anche le uova di Pasqua benefiche per Dolci Preziosi

E proprio la Procura di Milano, intanto, ha iniziato gli accertamenti sulla vendita delle uova di Pasqua griffate Chiara Ferragni per Dolci Preziosi, messe in commercio con il fine benefico di sostenere l'associazione I Bambini delle Fate: per quell’operazione sarebbero già stati donati 36mila euro in beneficenza dalla sola azienda, tempo prima, a fronte di un cachet per l’influencer di oltre 1 milione di euro. "Loro volevano scrivere che la donazione era legata alle vendite, noi ci siamo rifiutati e abbiamo permesso di usare l’espressione Sosteniamo I Bambini delle Fate", sono state le parole di Franco Antonello, il fondatore dell'impresa sociale intervistato da Selvaggia Lucarelli per Il Fatto Quotidiano.

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