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Caso Chiara Ferragni

Le parole di Chiara Ferragni dopo il rinvio a giudizio: “Accusa ingiusta, pesa anche sulla mia famiglia”

“Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno”, ha dichiarato Chiara Ferragni dopo aver ricevuto la notifica di citazione in giudizio. L’influencer ha definito “ingiusta” l’accusa mossa dalla Procura di Milano.
A cura di Enrico Spaccini
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Chiara Ferragni
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La Procura di Milano ha citato in giudizio Chiara Ferragni per truffa aggravata per le operazioni commerciali ‘Pandoro Balocco Pink Christmas‘ e ‘Uova Di Pasqua Chiara Ferragni‘. "Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno", ha commentato l'imprenditrice e influencer cremonese, "sono però serena e ancor più determinata, certa che la mia innocenza verrà pienamente dimostrata".

Il decreto di citazione diretta è stato notificato nella mattinata di oggi, mercoledì 29 gennaio, agli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. Insieme a Ferragni, sono accusati di truffa aggravata anche il suo ex manager, Fabio Damato, l'amministratrice delegata di Balocco, Alessandra Balocco, e Francesco Cannillo di Dolci Preziosi.

Le prime parole di Chiara Ferragni: "Un'accusa che ritengo ingiusta"

"Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno", ha commentato Ferragni una volta ricevuto il decreto di citazione: "Convivere per ancora chissà quanto con questa accusa, che ritengo del tutto ingiusta, pesa su di me e, di riflesso, sulla mia famiglia e sulle persone con cui lavoro".

Gli avvocati di Ferragni hanno fatto sapere di restare "fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l'Agcm". Nei giorni scorsi, i legali avevano depositato in Procura la memoria difensiva dell'imprenditrice: "L'interlocuzione con i Pubblici Ministeri non ha avuto l'esito auspicato", hanno spiegato Iannaccone e Bana, "la Procura ha preferito demandare al giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l'assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L'innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente".

Le operazioni commerciali con Balocco e Dolci Preziosi

Secondo l'accusa, durante la campagna commerciale del pandoro Balocco brandizzato Ferragni di Natale 2022 si sarebbe lasciato intendere ai consumatori che comprando il prodotto, si sarebbe sostenuto la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario. In realtà, però, la somma era stata già stanziata. Una procedura che si sarebbe ripetuta nel 2021 e nel 2022 con le uova Dolci Preziosi brandizzate Ferragni.

A sollevare la questione era stata l'Antitrust, che ha multato Ferragni per 1 milione di euro per il caso pandoro, mentre con il Codacons si era raggiunto l'accordo di una donazione di 200mila euro in beneficienza e il risarcimento per 150 euro ai consumatori. Dal punto di vista amministrativo, la vicenda legata alle uova di Pasqua si era conclusa con il versamento di 1,2 milioni di euro all'associazione I bambini delle fate da parte dell'influencer.

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