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Chiara Alessandri condannata in via definita a 30 anni: ha ucciso la rivale in amore Stefania Crotti

La Cassazione ha respinto il ricorso del legale di Chiara Alessandri: confermata così la condanna a 30 anni di carcere.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti, la mamma uccisa e bruciata a Gorlago.
Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti, la mamma uccisa e bruciata a Gorlago

Arriva ora anche la condanna in via definitiva per Chiara Alessandri: dovrà scontare 30 anni di carcere per aver ucciso a martellate la rivale in amore Stefania Crotti. I fatti risalgono al 17 gennaio del 2019 a Gorlago, in provincia di Bergamo: Alessandri ha colpito la rivale in amore perché accecata dalla gelosia dopo la fine di una breve relazione con Stefano Del Bello, ovvero marito della vittima. L'uomo aveva deciso di rompere la loro relazione per tornare con la moglie, che aveva 42 anni, e la loro bambina di 10. Le manette per Chiara Alessandri, mamma di tre bambini di 9, 10 e 14 anni, erano scattate due giorni dopo l'omicidio.

 Cassazione respinge il ricorso

La Corte d'Assise d'Appello aveva già confermato la sentenza di primo grado e ora la Cassazione ha respinto il ricorso dell'avvocato difensore Gianfranco Ceci. Il legale durante tutto il processo ha sempre sostenuto che Alessandri aveva cercato un chiarimento con la donna e che durante l'incontro ha reagito dopo una spinta della vittima. L'ha presa a martellate e poi l'ha caricata in auto prima di abbandonarla lungo una strada sterrata in Franciacorta, in provincia di Brescia. Come riporta il Corriere della Sera, l'imputata ha sempre negato di averle dato fuoco.

Il piano della donna

L'accusa e anche i giudici hanno invece da sempre sostenuto che la donna in realtà avesse pianificato tutto: negli atti i magistrati parlano di "malvagità non comune", che avrebbe portato la donna a uccidere. Da una ricostruzione di quel 17 gennaio Stefani Crotti era stata avvicinata dopo il lavoro da un complice della Alessandri: questo l'avrebbe convinta a salire su un furgone con la scusa che il marito aveva organizzato una sorpresa per lei. La vittima si era persino fatta convincere a bendarsi gli occhi. Poi l'arrivo in un garage dove l'assassina la stava aspettando. Il marito dopo la sentenza in via definitiva avrebbe detto: "Ora è la fine di un incubo".

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