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Chiama il 112 perché ha fame e freddo: una pattuglia porta all’uomo una cena calda e coperte per la notte

Nella serata di sabato 15 febbraio, un uomo di 55 anni, senza fissa dimora, contatta il numero unico di emergenza 112. All’operatore della centrale riferisce di non avere più una casa, di dormire in strada e di vivere di stenti: “Ho freddo e fame”. Una pattuglia risponde alla richiesta d’aiuto dell’uomo.
A cura di Giulia Ghirardi
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La temperatura è di pochi gradi superiore allo zero quando, verso le 19:30 di sabato 15 febbraio, un uomo di 55 anni, senza fissa dimora, ha contattato il numero unico di emergenza 112. All’operatore della centrale operativa dei Carabinieri di Mantova riferisce di non avere più una casa, di dormire in strada e di vivere di stenti: "Ho freddo e fame", riferisce l'uomo.

In seguito alla richiesta d'aiuto dell'uomo, l’operatore ha inviato una gazzella della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Mantova sul luogo in cui si trovava il richiedente. I militari che sono intervenuti sul posto, una volta trovato l'uomo, avrebbero quindi cercato di contattare i servizi sociali di Mantova affinché portassero assistenza. Secondo quanto riportato in seguito dagli agenti, avrebbe risposto il referente reperibile al momento della chiamata che avrebbe, però, risposto di non riuscire a prendere in carico il soggetto.

A quel punto i carabinieri, in compagnia dell'uomo, si sarebbero divisi. Mentre un militare sarebbe rimasto con il 55enne, l’altro si sarebbe assentato per un qualche minuto, prima di ritornare con un piatto caldo di pasta e una spesa, con diversi generi alimentari, per l'uomo senza fissa dimora. Oltre a questo, i due avrebbero reperito anche una pesante coperta da lasciare all'uomo per affrontare il gelo notturno, prima di riprendere il servizio.

Il giorno successivo, i superiori dei due, dopo aver letto il report degli interventi effettuati durante la notte, avrebbero chiamato la pattuglia complimentandosi per l’intervento, per la sensibilità e lo spirito di iniziativa. La risposta dei due militari è stata: “È il nostro lavoro. Cerchiamo di esserci per chi ha bisogno di aiuto”.

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