Chi può chiedere il risarcimento a Chiara Ferragni per il caso Pandoro e perché non sarà facile ottenerlo
Dopo la sentenza del Tribunale civile di Torino sul caso pandoro griffato Balocco-Ferragni, il Codacons si prepara a "una nuova azione collettiva volta a far ottenere ai circa 290mila consumatori che hanno acquistato il pandoro Pink Christmas il rimborso di 5,69 euro, pari alla differenza tra il costo del pandoro Balocco tradizionale e quello griffato Ferragni". Il giudice piemontese ha accolto il ricorso presentato dal Codacons, l'Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef sostenendo che la vendita del pandoro "Pink Christmas" griffato Chiara Ferragni è stata lanciata con messaggi ingannevoli legati alla campagna di beneficenza.
Allo stesso tempo – come sottolineato da una nota stampa della Balacco – "ha respinto la richiesta di alcune associazioni dei consumatori di corrispondere un milione e 500mila euro quale risarcimento del danno". Cosa succede ora? Chi può chiedere il risarcimento e a quanto potrebbe ammontare? Lo spiega a Fanpage.it l'avvocato Stefano Brustia, co-responsabile Dipartimento di Azioni Collettive di A.L. Assistenza Legale.
Il Tribunale torinese non ha accolto la richiesta di un risarcimento di un milione e 500mila euro, il Codacons poteva chiedere un risarcimento così alto?
Nel nostro ordinamento, un’associazione di consumatori può agire in giudizio per ottenere da un giudice una pronuncia che accerti la condotta scorretta tenuta da un’impresa ai danni dei consumatori, ma non può rivendicare per sé un risarcimento danni. Il risarcimento spetta al consumatore danneggiato dalla pratica commerciale scorretta. Mi sembra quindi difficile credere che un’associazione di consumatori abbia avanzato una pretesa di importo così cospicuo.
Chi ha quindi diritto a richiedere il risarcimento danni?
Il risarcimento spetta ai singoli consumatori che hanno comprato il pandoro Balocco-Ferragni facendo affidamento sui messaggi pubblicitari ritenuti ingannevoli dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
La decisione del Tribunale civile ha quindi confermato il provvedimento del Garante?
Il Tribunale di Torino ha semplicemente presto atto dei fatti accertati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Faccio però presente che il Tribunale civile di Torino non è l’organo giudiziario competente a pronunciarsi su tale provvedimento. La competenza spetta al giudice amministrativo e più precisamente al TAR del Lazio.
Quindi il TAR del Lazio potrebbe anche annullare il provvedimento del Garante?
Sì, ma mi sembra molto improbabile. Sui pandori messi in vendita da Balocco era infatti presente un cartiglio che così recitava: ‘Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing'. È stato poi anche accertato che, tra novembre e dicembre 2021, la Ferragni ha poi pubblicato e diffuso ‘post' e ‘stories' chiaramente dirette ad i consumatori a credere che l’acquisto del pandoro avrebbe contribuito ad una donazione in favore del reperto di oncologia pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.
Quindi lei ritiene che i consumatori possano richiedere un risarcimento?
Sì, i consumatori che hanno acquistato il pandoro griffato Balocco-Ferragni sono sicuramente legittimati a chiedere un risarcimento per il danno da loro sofferto. Si tratta però di un risarcimento irrisorio. Il danno patrimoniale sofferto dal singolo consumatore potrebbe ragionevolmente essere quantificato nella differenza di prezzo tra il pandoro Balocco ‘tradizionale' e quello ‘Ferragni'. Parliamo quindi di pochi euro: 5 o 6 euro al massimo. C’è poi un altro problema.
Quale?
Per potere ottenere un risarcimento un consumatore deve fornire al giudice la prova di avere effettivamente acquistato il pandoro ‘Ferragni'. Come già ho spiegato nella precedente intervista, per provare l’acquisto del pandoro bisognerebbe quindi esibire la copia della scontrino. Credo che ci siano davvero poche le persone che sono in possesso degli scontrini di un dolce che hanno acquistato nell’inverno del 2021.
Un consumatore potrebbe chiedere anche il risarcimento di un danno non patrimoniale?
Ritengo che sia molto difficile. Il risarcimento dei un danno non patrimoniale può essere ottenuto solo nel caso in cui la condotta integri anche gli estremi di un reato. Nel caso in esame, potrebbe teoricamente essere ravvisata una truffa. Su questo sta indagando la Procura di Milano.
Per ottenere un risarcimento è meglio un'azione collettiva o l'iniziativa di un singolo consumatore?
Mi sembra evidente che il risarcimento che potrebbe essere ragionevolmente ottenuto da un consumatore sia di importo così modesto da non giustificare un azione giudiziaria singola.