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Chi pagherà il salvataggio della speleologa Ottavia Piana e perché non toccherà ai cittadini

Per recuperare Ottavia Piana dalla grotta Abisso Bueno Fonteno (Bergamo) hanno lavorato oltre 130 tecnici per oltre 70 ore. Come ha spiegato Sergio Orsini, presidente della Società speleologica italiana, per questo tipo di interventi “i cittadini non pagano nulla”.
A cura di Enrico Spaccini
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La speleologa Ottavia Piani e i soccorritori al lavoro
La speleologa Ottavia Piani e i soccorritori al lavoro

Più di 130 tecnici del Soccorso alpino hanno lavorato dalla sera di sabato fino alle 3 di oggi, mercoledì 18 dicembre, per recuperare Ottavia Piana. La speleologa bresciana ha trascorso oltre 70 ore su una barella, mentre i soccorritori risalivano la grotta Abisso Bueno Fonteno, nella Bergamasca, per portarla in salvo. Oltre a messaggi di stima e incoraggiamento, la 32enne si è vista rivolgere in questi ultimi giorni anche diverse critiche relative, soprattutto, al presunto costo che un'operazione del genere avrebbe comportato per le casse pubbliche. A rassicurare sul fatto che "il cittadino non paga assolutamente nulla" ci ha pensato Sergio Orsini, presidente della Società speleologica italiana: "Gli speleologi sono tutti assicurati e l'assicurazione copre sia i costi di ricerca che il soccorso in grotta".

"Lo speleologo è preparato ad affrontare tante situazioni di rischio"

Piana, nel momento dell'incidente, stava ripercorrendo un ramo di circa due chilometri che la sua spedizione aveva scoperto in una giornata. Un risultato che per la ricerca scientifica è "incredibile" e che gli altri sette colleghi, che come la 32enne fanno parte del Progetto Sebino, erano pronti a festeggiare. Come ha spiegato Orsini in un'intervista rilasciata ad Adnkronos, "nel bacino del Sebino c'è una fuoriuscita di acqua". L'esplorazione della grotta a cui ha partecipato anche Piana serviva a ricostruire il "percorso che fa l'acqua", in quanto è "importante anche per capire se subisce inquinamenti". I dati così raccolti, poi, vengono inviati agli enti pubblici e alle università per ulteriori indagini.

"Lo speleologo che va in grotta è preparato ad affrontare tante situazioni di rischio", ha sottolineato il presidente della Società speleologica italiana, "facciamo corsi su soccorso e autosoccorso e prepariamo i soci ad affrontare le situazioni sotto tutti i punti di vista". Ad un certo punto, in una circostanza definita "sfortunata", Piana è caduta riportando ferite che le impedivano di continuare il cammino. I soccorsi sono scattati quando due colleghi della 32enne sono usciti dalla grotta e hanno dato l'allarme. In tutto, sono stati impiegati oltre 130 tecnici che si sono alternati in turni per portare fuori Piana costretta sulla barella.

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Orsini: "Tutti gli speleologi sono assicurati"

Poiché l'esplorazione aveva un fine di carattere scientifico, le operazioni di recupero e soccorso non gravano sulla spesa pubblica. "Tutti gli speleologi sono assicurati", ha affermato Orsini, "il cittadino non paga assolutamente nulla". Inoltre, ha aggiunto, "le statistiche della delegazione lombarda del Cnsas dicono che nel 2023 ci stati 1.714 interventi", ma di questi solo "sei" sono legati alla speleologia.

Lo stesso Mauro Guiducci, vicepresidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico, al termine del recupero di Piana aveva fatto notare che a volte ci sono interventi che non hanno la stessa attenzione mediatica di questo, come una persone che si perdono in montagna. "In quei casi servono ore di volo in elicottero per l'individuazione del disperso", ha spiegato Guiducci, "e un intervento di quel tipo ha costi enormemente più elevati".

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