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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Chi ha tappezzato Milano di cartelli con i volti degli israeliani rapiti da Hamas

Nella mattinata di domenica 29 ottobre a Milano sono comparsi migliaia di cartelli con i volti degli israeliani rapiti da Hamas. “Siamo delusi dalla mancanza di iniziative sugli ostaggi”, ha spiegato chi li ha affissi.
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I manifesti per i rapiti da Hamas (foto di Anshel Pfeffe)
I manifesti per i rapiti da Hamas (foto di Anshel Pfeffe)
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Passeggiando per le strade di Milano, dalla mattina di oggi domenica 29 ottobre, non è possibile non notare migliaia di cartelli affissi per tutta la città con le foto e le generalità delle centinaia di israeliani rapiti da Hamas durante l'attacco dello scorso 7 ottobre. Chi ha affisso questi manifesti e perché?

I manifesti con gli israeliani rapiti

(Foto da Twitter di Anshel Pfeffe)
(Foto da Twitter di Anshel Pfeffe)

I cartelli sono esposti soprattutto nei pressi delle fermate della metropolitana del centro di Milano, ma sono veramente migliaia in modo che nessuno possa far evitare di notarli. Ciascuno di essi riporta il volto di una persona rapita, bambini compresi, con le sue generalità e il messaggio: "Per favore aiutaci a riportarli a casa".

Tutti questi manifesti sono stati affissi durante la notte fra sabato 28 e domenica 29 ottobre da un gruppo organizzato che per ora preferisce non uscire allo scoperto, ma ha comunque trovato il modo per spiegare le ragioni del gesto.

"Siamo delusi dalla mancanza di iniziative"

(Foto da Twitter di Anshel Pfeffe)
(Foto da Twitter di Anshel Pfeffe)

“Abbiamo deciso di agire perché siamo molto delusi dalla mancanza di iniziative qui a Milano sugli ostaggi in confronto a quel che succede in altre città europee", spiega una di loro a La Repubblica. "Dopo la strage del 7 novembre, io che sono nata e cresciuta a Milano anche se ho vissuto in Israele e fatto lì la leva fino a pochi mesi fa, sentivo il dovere di muovermi".

Così – continua – "mi sono messa in contatto con altra gente della comunità e abbiamo deciso di fare subito qualcosa". "Questo è il primo passo di una campagna che andrà avanti", promette l'attivista.

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