Chi erano Fausto e Camelia, morti in motorino mentre andavano a cena dalla figlia
"Sei bellissimo, e ogni tanto mi manchi. Anche dopo tutto questo tempo". "Quando ti ho incontrato la prima volta, non sapevo che saresti diventato cosi importante per me. Sei il centro del mio mondo: ovunque ci porti il nostro viaggio, spero che continueremo a camminare mano per la mano. Ho scelto te, ti amo ora e sempre".
Il viaggio di Fausto e Camelia è finito domenica sera, sulla strada di campagna che portava dalla loro casa di Roverbella (Mantova) a quella della figlia di lui. La giovane donna, che li attendeva per cena, non li ha visti arrivare e si è messa sulle loro tracce: li ha trovati solo dopo ore di ricerche, ormai senza vita, dentro un fosso. Accanto a loro lo scooter su cui viaggiavano, distrutto dopo l'impatto a forte velocità contro un palo della luce. Erano insieme, per l'ultima volta.
Fausto e Camelia
Lei si chiamava Camelia Mihalache, origini rumene, tre figli, due maschi e una femmina, e già nonna a 48 anni. Mamma fierissima, nelle numerose foto con la famiglia allargata. E moglie innamorata. Innamorata di Fausto Facincani, 61 anni, compagno e marito da tanti anni. Nonché padre orgoglioso della figlia residente a Marmirolo, comune a una decina di chilometri da Roverbella.
La notte di ricerche per la campagna
La stessa figlia che, non vedendoli arrivare e non riuscendo a mettersi in contatto con loro, ha passato l'intera notte a cercarli. Passando al setaccio campi, paesi, strade di quell'angolo di provincia mantovana. E finendo per ritrovarli intorno alle 8 di mattina dentro un fosso, accanto al loro mezzo accartocciato. Nessuno li aveva visti, fino a quel momento: erano nascosti dalle profondità della terra, e dal buio della campagna.