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Chi era Silvia Brambilla, morta a 26 anni in un incidente mentre prendeva l’aereo per andare in vacanza

La 26enne è morta in un incidente sull’asse interurbano di Bergamo, all’altezza di Treviolo. Il padre, che all’alba di martedì 28 maggio stava accompagnando la figlia all’aeroporto di Orio al Serio, non si sarebbe accorto di un camion fermo in carreggiata.
A cura di Francesca Del Boca
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L'hanno trovata con il passaporto nella borsa, pronta per uno dei suoi viaggi all'estero. Al suo fianco il papà Massimo, che all'alba di martedì 28 maggio la stava accompagnando all'aeroporto di Orio al Serio. È morta in un incidente sull'asse interurbano di Bergamo all'altezza di Treviolo Silvia Brambilla, 26 anni: secondo quanto emerso dalle indagini della polizia stradale il padre, al volante della sua Audi Q3, non si sarebbe accorto di un camion fermo in carreggiata per un problema al motore, schiantandosi così sulla parte posteriore del mezzo pesante e rimbalzando contro il new jersey di cemento. L'uomo, adesso, si trova ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Niente da fare, invece, per la figlia Silvia, seduta sul lato del passeggero.

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Chi era Silvia Brambilla

Silvia Brambilla, 26 anni compiuti a inizio aprile, viveva con i genitori Laura e Massimo e le due sorelle nel rione Bonacina a Lecco. Aveva frequentato il liceo linguistico Manzoni, con un’esperienza anche negli Stati Uniti, e poi aveva proseguito gli studi universitari a Bergamo in Scienze della comunicazione. Insieme al padre Massimo, noto architetto, nel 2018 aveva avviato il progetto "Acqua di Puglia": l’azienda di famiglia si occupa di investimenti immobiliari, ristrutturazioni di dimore storiche e ospitalità di lusso in Puglia.

"Silvia era una di quelle persone che entrano facilmente nel cuore delle persone e ci restano per sempre", è il ricordo della Accademia Fiera Milano, dove la ragazza si era specializzata in marketing. "La determinazione era la sua più grande caratteristica, accompagnata da un’intelligenza non comune. In aula, a lezione e poi durante la sua carriera si faceva sempre notare. Era splendida, Silvia. Perché faceva fiorire semi di conoscenza che diventavano mille idee e progetti che portava a termine con passione e grande umiltà".

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