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Chi era Roberto Guerrisi, il 42enne ucciso a Pontirolo perché voleva difendere la figlia

Sabato 28 dicembre Roberto Guerrisi è stato ucciso con un colpo di pistola al volto a Pontirolo Nuovo (Bergamo). A sparare sarebbe stato lo zio del fidanzato di una delle sue tre figlie che la ragazza aveva denunciato per maltrattamenti.
A cura di Enrico Spaccini
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Roberto Guerrisi (foto da Facebook)
Roberto Guerrisi (foto da Facebook)

Roberto Guerrisi è stato ucciso con un colpo di pistola nel primo pomeriggio di sabato 28 dicembre a Pontirolo Nuovo (in provincia di Bergamo). Secondo gli investigatori, a sparare al 42enne, originario di Gioia Tauro (Reggio Calabria), ma residente da 20 anni a Boltiere, sarebbe stato Rocco Modafferi, il 58enne che il giorno dopo è stato fermato dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario e trasferito in carcere. Stando a una prima ricostruzione, ancora in fase di accertamento, Guerrisi quel giorno si era presentato sotto casa della famiglia del fidanzato di una sua figlia per chiedere spiegazioni circa i maltrattamenti che la ragazza aveva denunciato di aver subito da lui.

Roberto Guerrisi era padre di tre figlie

Gli amici e i parenti di Guerrisi lo ricordano come una persona sempre disponibile ad aiutare chi ne aveva bisogno, pronto a difendere le sue tre figlie e sua moglie. Dopo aver vissuto per un periodo a Verdellino, il 42enne si era trasferito a Boltiere e lavorava come operaio alla Tenaris Dalmine. Da qualche anno aveva assunto il ruolo di addetto nel magazzino del reparto acciaieria.

Alcuni mesi fa, la sua figlia 19enne aveva iniziato una relazione con un ragazzo di 22 anni, anche lui proveniente dalla Calabria. I due ragazzi stavano insieme da poco, perciò pare che le due famiglie non fossero mai entrate in contatto prima del 28 dicembre.

I presunti maltrattamenti denunciati dalla figlia di Guerrisi

Il 22enne avrebbe trascorso la giornata di Natale a casa della ragazza, ma i due avrebbero litigato e, sentendo le urla, i vicini avevano chiamato i carabinieri. Arrivati sul posto, i militari hanno accompagnato la 19enne all'ospedale di Treviglio e la ragazza lo avrebbe denunciato per i maltrattamenti. Guerrisi avrebbe visto il volto tumefatto della figlia solo quando è andato a prenderla.

Sabato mattina, il 42enne era andato a Pontirolo Nuovo per parlare con la famiglia del ragazzo, che gestisce un'azienda di vendita e noleggio auto. Non trovando nessuno, sarebbe poi tornato nel pomeriggio accompagnato da alcuni parenti. Intorno alle 14:30 del 28 dicembre si era formato un gruppo di circa sei o sette persone all'esterno del cancello dell'officina della famiglia del 22enne. Ad un certo punto, sono partiti due spari, di cui uno ha centrato Guerrisi al volto. Il 42enne, dopo essersi trascinato per alcuni metri, si è accasciato sull'asfalto. Quando i sanitari sono arrivati sul posto, per lui non c'era più niente da fare.

L'arresto di Modafferi e i due denunciati per favoreggiamento

I carabinieri della Compagnia di Treviglio e del nucleo Investigativo di Bergamo hanno subito iniziato a raccogliere testimonianze e a sentire i membri delle due famiglie coinvolte. Gli interrogatori sono andati avanti tutta la notte e si sono conclusi il giorno dopo con il fermo di Rocco Modafferi, zio del fidanzato della figlia di Guerrisi, per omicidio volontario. Il 58enne si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma la ricostruzione di quanto accaduto sarebbe già abbastanza chiara.

L'intera scena, infatti, sarebbe stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza della stessa azienda della famiglia del 22enne. Sono stati anche denunciati per favoreggiamento il titolare della ditta e lo stesso 22enne, i quali avrebbero cercato di negare le responsabilità del parente. Modafferi avrebbe sparato con una pistola che non è stata ancora trovata, ma che da una prima valutazione sembrerebbe essere di calibro 22 e detenuta illegalmente.

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