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Chi era Raffaele Carlomagno, l’ultrà della Pro Patria morto dopo essere caduto nello stadio del Novara

Raffaele Carlomagno è morto il 3 febbraio all’ospedale Maggiore di Novara. Il 42enne di Lonate Pozzolo (Varese) era caduto nello stadio della squadra piemontese al termine di una partita di calcio precipitando per 7 metri lo scorso 25 gennaio.
A cura di Enrico Spaccini
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Raffaele Carlomagno (foto da Facebook)
Raffaele Carlomagno (foto da Facebook)

Si chiamava Raffaele Carlomagno, il tifoso della Pro Patria deceduto nel pomeriggio di ieri, 3 febbraio, all'ospedale Maggiore di Novara. Il 42enne di Lonate Pozzolo (in provincia di Varese) lo scorso sabato 25 gennaio era precipitato per sette metri nello stadio della formazione piemontese, battendo la testa contro il cemento. Le condizioni del 42enne erano apparse subito gravi ed è deceduto dopo nove giorni di ricovero in coma farmacologico. Sono numerosi i messaggi di cordoglio arrivati dagli amici e dai compagni di tifo, ma anche dalle altre formazioni del campionato di calcio di Serie C e dalla sindaca di Lonate Pozzolo, Elena Carraro.

La caduta al termine della partita Novara-Pro Patria di Serie C

Carlomagno faceva parte del gruppo ultrà della Pro Patria, la formazione di Busto Arsizio che milita in Serie C, e spesso assisteva anche alle trasferte della squadra. Lo scorso 25 gennaio il 42enne era insieme agli altri tifosi al "Silvio Piola" di Novara per assistere al derby del Ticino. Dopo il triplice fischio finale, i giocatori ospiti si sono diretti verso il settore degli spalti dedicato ai loro tifosi per salutarli nonostante la sconfitta per 1 a 2.

Stando a quanto ricostruito, in quell'occasione Carlomagno si sarebbe sporto dal parapetto, perdendo l'equilibrio e finendo nel fossato sotto. Un volo di circa sette metri, al termine del quale il 42enne ha battuto la testa contro il cemento. Il tifoso varesino è stato subito soccorso dall'ambulanza dello stadio, raggiunta poi dalla medicalizzata. Le sue condizioni sono apparse subito gravi e, dopo un lungo tentativo di rianimazione, è stato ricoverato nella Terapia intensiva dell'ospedale Maggiore di Novara. Dopo nove giorni di ricovero, il 3 febbraio i medici hanno dichiarato la morte cerebrale di Carlomagno, come da sue volontà, avviato le procedure per l'espianto degli organi.

"Non si può morire per una partita di calcio"

La società dell'Aurora Pro Patria 1919 ha pubblicato sui social un messaggio di cordoglio per Carlomagno: "Buon viaggio Raffa, ultrà biancoblu per sempre", manifestando la propria vicinanza alla famiglia del 42enne e ai tifosi. "Ha combattuto da ultrà la sua ultima partita ha difeso l’onore della sua bandiera", si legge sul sito Pro Patria Club, "non si può morire per una partita di calcio. Hai dato tutto per questa maglia, persino la vita, di più non potevi fare, anzi, avresti dovuto fare meno. Ora fai il tifo da lassù per i tuoi biancoblu".

Tanti messaggi di cordoglio anche dalle altre società, come la G.S. Castanese e la Solbiatese Calcio 1911. "A nome dell’Amministrazione Comunale e mio personale", ha scritto la sindaca di Lonate Pozzolo, Elena Carraro, "intendo esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia per la prematura scomparsa di Raffaele Carlomagno".

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