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Chi era Marco Magagna, ucciso dalla compagna Stella Boggio durante una lite a Bovisio Masciago

Marco Magagna, operaio 38enne, dal maggio 2024 condivideva con la compagna Stella Boggio, 33 anni, un appartamento in via Tonale a Bovisio Masciago (Monza). Nella notte del 7 gennaio è stato ucciso con una coltellata al torace.
A cura di Francesca Del Boca
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"Mi ha aggredita e mi sono difesa", ha detto ai carabinieri Stella Boggio, 33 anni, quando è stata arrestata per l'omicidio del suo compagno e convivente Marco Magagna, 38 anni, avvenuto nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 gennaio nell'appartamento di via Tonale che condividevano a Bovisio Masciago (Monza e Brianza).

Chi era Marco Magagna, operaio e compagno di Stella Boggio

Secondo quanto emerso al momento la donna avrebbe aggredito il 38enne, operaio impiegato in un'azienda della zona, al termine di una delle ormai numerose discussioni tra i due, diventate sempre più violente nel corso degli ultimi mesi di convivenza (anche se non risultano denunce o interventi delle forze dell'ordine). A togliergli la vita è stata una sola coltellata sferrata dritta al petto, che non ha lasciato scampo al fidanzato: i soccorritori l'hanno trovato già senza vita, riverso a terra in soggiorno.

Le liti violente con Stella Boggio

I carabinieri, che oggi stesso interrogheranno la 33enne accusata di omicidio, indagano ora nel passato della coppia per scoprire se, alle spalle di una così violenta azione, vi siano anche vicende di maltrattamenti. Quel che è certo è che i vicini, sentiti dagli inquirenti, hanno raccontato di aver sentito spesso grida e rumori forti provenire dall'appartamento di via Tonale dove la coppia viveva con il cane dal maggio del 2024: il bimbo di 8 anni che Stella Bosio aveva avuto da una precedente relazione, infatti, non abitava con la mamma e il compagno.

Perchè Marco Magagna è stato ucciso

Grida e rumori frequenti che avevano costretto i condomini del palazzo a richiedere l'intervento dell'amministratore di condominio, chiedendogli di riportare un po' di quiete soprattutto nelle ore serali e notturne. "Non ne potevo più, mi picchiava", avrebbe confessato la giovane donna ai militari, chiamati da lei stessa intorno alle 2.30 di notte. Una versione, quella della legittima difesa, che dovrà ora essere vagliata dagli investigatori.

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