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Chi era il ragazzo di 23 anni trovato morto incastrato in un cassonetto di vestiti

Nella mattinata di ieri, lunedì 6 maggio, un ragazzo è stato trovato morto incastrato in un cassonetto dei vestiti a Canonica d’Adda, nella Bergamasca: aveva 23 anni e viveva a Fera Gera d’Adda.
A cura di Matilde Peretto
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(immagine di repertorio)
(immagine di repertorio)

Il ragazzo morto incastrato in un cassonetto dei vestiti usati a Canonica d'Adda, in provincia di Bergamo, era Costantin Antonie. Aveva 23 anni, era rumeno e viveva a Fera Gera d'Adda insieme ad alcuni parenti, poco lontano dall'isola ecologica in cui è rimasto ucciso. Non aveva precedenti penali, non era mai stato schedato e non aveva documenti con sé. Per questo motivo non è stato facile riconoscerlo sin da subito.

Le dinamiche della tragedia

Stando alle ricostruzioni delle forze dell'ordine avvenute grazie alla visione dei filmati di videosorveglianza, il ragazzo sarebbe arrivato nell'isola ecologica in via dell'Artigianato intorno alle 2 di notte di ieri, lunedì 6 maggio. Dopo aver scavalcato la recinzione, si era diretto verso il cassonetto giallo dei vestiti usati. Era riuscito ad entrarci con la testa, le braccia e parte del torso, ma poi era rimasto incastrato. Le uniche cose rinvenute sul corpo del giovane erano un orologio digitale e il cellulare in tasca. Per come era posizionato, però, non era riuscito a utilizzare nessuno dei due dispositivi elettronici per chiedere aiuto.

Non riuscendo più a muoversi, il giovane potrebbe aver urlato più volte nella speranza che qualcuno lo sentisse. L'isola ecologica si trova in una zona industriale, quindi poco frequentata, in cui non ci sono abitazioni, ma solo aziende e fabbriche. Di Antonie si sono accorti verso le 7:50 del mattino. Sono giunti sul posto i soccorsi che hanno potuto solo constatare la morte per asfissia del giovane.

Il ritrovamento del cadavere

Sono trascorse 6 ore da quanto il 23enne si è intromesso nel cassonetto dei vestiti usati a quando è stato trovato, ormai morto, dagli operatori della piazzola ecologica. All'inizio, pensavano che quella cosa penzolante fosse un cumulo di vestiti. Invece, era il corpo di Costantin Antonie, morto soffocato per l'eccessivo schiacciamento del diaframma.

Oggi, martedì 7 maggio, all'ospedale di Bergamo, i familiari della vittima effettueranno il riconoscimento. Un passaggio formale vista l'assenza da casa di Antonie da domenica sera. In giornata, invece, la Procura deciderà se disporre o meno l'autopsia, dopo l'eventuale apertura di un fascicolo d'indagine.

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