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Chi era Giuseppe Lombardini, ucciso dal figlio a coltellate durante una cena a casa

Giuseppe Lombardini è stato ucciso a coltellate dal figlio ieri domenica 29 ottobre: la vittima aveva già provato a chiedere aiuto al parroco dieci anni fa perché era stato già vittima della violenza del figlio.
A cura di Giorgia Venturini
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Giuseppe Lombardini aveva provato a chiedere aiuto al parroco del paese. Le sue difficoltà in famiglia erano note a molti a Nembro, paese in provincia di Bergamo: lui e la moglie erano preoccupati e cercavano consigli per il figlio Matteo, in cura psichiatrica. "Veniva più o meno tutte le sere, per la messa delle 18. Giuseppe se ne stava sempre seduto in fondo, era una persona molto riservata", racconta don Giuseppe Belotti in un'intervista a BergamoNews. Al parroco Giuseppe Lombardini si era rivolto quando dodici anni fa loro figlio Matteo aveva già provato a fargli del male. Nella serata di ieri domenica 29 ottobre invece la tragedia: il ragazzo 35enne ha ucciso a coltellate il padre uccidendolo sul colpo, poi ha colpito anche la madre che ha provato a difendere il marito. La donna è stata portata in ospedale in codice rosso: fortunatamente dopo qualche ora è stata reputata fuori pericolo. "È un grande dolore: di storie simili ne vediamo tante", conclude il parroco.

Tutti in paese avevano grande stima di Giuseppe Lombardini: era in pensione ma negli anni aveva lavorato come ex dipendente dell’azienda di servizi ambientali Bas di Bergamo. Era stato anche presidente della Rsa Fondazione Martino Zanchi di Alzano Lombardo. "Una persona semplice, umile, pacata, sempre con il sorriso", così ha affidato le sue parole alla testata locale il sindaco di Alzano Camillo Bertocchi.

Il vicesindaco e assessore alla Politiche sociali di Alzano, Elena Bonomi, invece ha affidato a un post sulla ha dedicato alla vittima un pensiero su Facebook: "Non smetto di pensare alla tragedia famigliare avvenuta ieri sera a pochi passi da casa mia.Ho rivisto il sig. Giuseppe dopo parecchio tempo proprio un paio di settimane fa, con il solito sorriso mi è venuto incontro, ci siamo salutati e scambiati i classici: come stai? Tutto bene? Mi rispose: qualche acciacco ma non lamentiamoci.Non conoscevo nulla della sua vita, al di fuori del fatto che lui in passato era il Presidente e io l’ assessore di riferimento e i nostri incontri erano destinati ad ottimizzare una tipologia di servizi.Non conoscevo nulla di lui al di fuori dell’umanità, della semplicità, dell’umiltà con cui si poneva. Sempre.Non avrei mai voluto leggere una cosi triste notizia e scrivere un pensiero in questo momento e in queste circostanze è davvero difficile.Ma non potevo non farlo.Ricorderò sempre il tuo sorriso.Fai buon viaggio Giuseppe, una preghiera".

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