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Chi era Angelito Acob Manansala, il domestico ucciso a Milano strangolato da un ladro 28enne

Angelito Acob Manansala è morto nella mattinata di Pasqua, domenica 20 aprile. Il 61enne sarebbe stato strangolato da un 28enne che si era introdotto nella villa di via Randaccio a Milano in cui lavorava.
A cura di Enrico Spaccini
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Angelito Acob Manansala (foto da Facebook)
Angelito Acob Manansala (foto da Facebook)

Si chiamava Angelito Acob Manansala il domestico ucciso nel giorno di Pasqua, domenica 20 aprile, all'interno dell'abitazione di via Giovanni Randaccio a Milano dove lavorava da diverso tempo. Il 61enne, di origine filippina, era appena rientrato dopo una passeggiata con il cane, quando ha scoperto un giovane che rovistava nei cassetti della villa. Il 28enne lo avrebbe, però, strangolato prima ancora che potesse lanciare l'allarme. Manansala avrebbe dovuto sposarsi a ottobre con la compagna con cui conviveva da sei anni tra Niguarda e Bicocca.

L'omicidio di Angelito Acob Manansala, ucciso nella casa dove lavorava

L'omicidio sarebbe avvenuto nella mattinata di Pasqua. Manansala era uscito dalla villa di via Randaccio, in zona Arco della Pace, per una passeggiata con il cane. Una volta rientrato nell'abitazione in cui lavorava come domestico, avrebbe scoperto Dawda Bandeh che rovistava nei cassetti. Il 61enne non avrebbe fatto in tempo a lanciare l'allarme, che il 28enne lo ha strangolato.

Il giovane originario del Gambia, regolare e residente a Bulgarograsso (in provincia di Como), sarebbe rimasto in quella casa per ore, con all'interno ancora il cadavere di Manansala. Il proprietario di casa, un israeliano di 52 anni, ha scoperto il corpo dopo le 18 e, dopo aver chiuso la porta, ha chiamato le forze dell'ordine. La polizia poco dopo ha arrestato Bandeh: in tasca aveva circa 80 euro.

A ottobre avrebbe dovuto sposarsi nelle Filippine

Il console generale delle Filippine ha incontrato la famiglia di Manansala nella giornata di ieri, lunedì 21 aprile, a cui ha espresso le sue condoglianze. La salma del 61enne sarà rimpatriata, così come da volontà della compagna della vittima. Amici e vicini di casa erano a conoscenza del fatto che tra sei mesi, il prossimo ottobre, i due si sarebbero dovuti sposare proprio nelle Filippine.

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