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Notizie sul caso di Leonardo La Russa

Chi è Tommy Gilardoni, l’amico dj di Leonardo La Russa indagato per violenza sessuale

È Tommaso Gilardoni il secondo indagato nell’inchiesta della Procura di Milano partita dopo la denuncia di una 22enne, che ha accusato Leonardo La Russa e un suo amico di aver abusato di lei dopo una notte in discoteca: si tratta di “dj Nico”, oggi identificato grazie ai tabulati dei voli Londra-Milano.
A cura di Francesca Del Boca
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Si chiama Tommaso Gilardoni il secondo indagato per violenza sessuale nell’inchiesta della Procura di Milano, partita dopo che una 22enne ha denunciato di essere stata violentata da Leonardo Apache La Russa dopo una notte in una discoteca a due passi dal Duomo, tra il 18 e il 19 maggio scorso.

"Leonardo mi disse che eravamo tornati a casa sua insieme in macchina, e che avevo avuto un rapporto sessuale a mia insaputa con lui e con un suo amico che dormiva nell'altra stanza", era stato il racconto della giovane agli inquirenti, che quella sera sarebbe stata stordita da un mix di sostanze e alcol (e, secondo le sue accuse, addirittura da un drink drogato somministrato dallo stesso La Russa).

Chi è Tommy Gilardoni, il dj amico di Leonardo La Russa

Ora quell'amico, attraverso le testimonianze e i tabulati dei voli tra Londra e Milano, è stato finalmente identificato. Si chiama Tommaso Gilardoni, 24 anni, origini comasche e  studi di economia nella capitale britannica, come lo stesso Leonardo La Russa. Amicizie altolocate (tra cui il figlio di Madonna, Rocco Ritchie), casa nel quartiere di Kensington, serate esclusive.

È qui a Londra che, nel tempo libero, il giovane imprenditore nel digitale esercita anche la professione di dj. È sempre a Londra che frequenta i giovani dell'alta borghesia meneghina, emigrati per l'università e per le prime esperienze lavorative. Tra loro c'è anche Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio che frequenta poi anche a Milano. 

Il ruolo del deejay nella presunta violenza

Quella mattina del 19 maggio, dopo una serata al club milanese Apophis, si ferma a dormire dall'amico Leonardo. La presenza del giovane in casa La Russa, del resto, è stata confermata dallo stesso Ignazio, che intorno alle 11.30 aveva anche visto (e salutato) il figlio e la ragazza in camera da letto: nell'altra stanza  dell'appartamento in zona Buenos Aires dorme "un amico di Londra". Secondo la giovane, Leonardo La Russa e l'amico Tommy Gilardoni avrebbero approfittato sessualmente di lei, fuori di sé e senza coscienza, imponendole un rapporto senza il suo consenso. Addirittura, senza che ne avesse memoria.

"Mi ha drogata, per forza. Non ricordo niente. Sono terrorizzata", scrive per messaggio a un'amica che era con lei la sera prima, quando si risveglia senza vestiti nel letto di La Russa. L'amica risponde: "Non so come spiegarlo, non eri tu. Spero che lo denunci. Però stai attenta, suo padre è il presidente del Senato". La ragazza, in quel momento, è sotto il lenzuolo con Leonardo La Russa. Ma non vedrà mai "Dj Nico" nell'appartamento a due piani: sarà lo stesso Leonardo a riportarle della sua presenza.

Il padre di Gilardoni: "La ragazza si è pentita e poi ha denunciato"

Nel frattempo, si fa sentire il padre del secondo indagato. "Violenza sessuale? Mi sembra molto strano", ha dichiarato infatti al quotidiano La Verità. "La ragazza è andata a casa di Leonardo La Russa, che non è proprio l’ultimo arrivato, ha fatto sesso e poi si è pentita e lo ha denunciato, può essere andata così. Al giorno d'oggi le ragazze prima magari fanno sesso e poi si accorgono con chi lo hanno fatto, ed è un attimo che vanno a denunciare le persone", sono state le sue parole. E ancora. "Mio figlio è un piacione, è sempre circondato da bellissime ragazze, non fa uso di stupefacenti. Non penso proprio che possa aver fatto una cosa del genere, è uno con la testa sulle spalle”.

Dichiarazioni che fanno seguito a quelle dell'altro (ben più celebre) padre coinvolto in queste indagini, il presidente del Senato Ignazio La Russa: "La giovane aveva assunto cocaina e ha denunciato dopo 40 giorni. Un fatto che lascia molti dubbi", le sue parole, che hanno sollevato un vero e proprio polverone. Al punto da costringere a intervenire la stessa premier Giorgia Meloni, che sulla vicenda ha pubblicamente dichiarato: "Solidarizzo sempre con chi denuncia, non mi pongo il problema dei tempi. Al posto di Ignazio non sarei intervenuta".

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