Chi è Rosa Fabbiano, la donna che ha ucciso la madre e ha vissuto per due mesi con il suo cadavere
La verità sull'omicidio di Melzo è nascosta dietro al silenzio di Rosa Fabbiano, l'unica ritenuta della Procura responsabile di aver ucciso la madre Lucia Cipriano di 85 anni. Era lei, e non le altre due sorelle, che negli ultimi anni si occupava della pensionata di Melzo, comune alla porte di Milano. I rapporti in famiglia erano tesi, ma perché Rosa sia arrivata a soffocare la madre nella vasca da bagno e a tagliarla in più pezzi per poi lasciare il cadavere in fase di decomposizione per due mesi è ancora tutto da capire. Davanti al pubblico ministero Elisa Calanducci si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ha solo fatto un cenno del capo confermando (forse) la ricostruzione dei fatti davanti ai carabinieri. La sua ammissione sarebbe legata a quell'unico sfogo fatto invece alla sorella Loredana che, insospettita di alcuni messaggi, si era messa in macchina da Treno fino a Melzo: non riusciva più da giorni a mettersi in contatto con la madre e le spiegazioni della sorella iniziavano a non essere chiare. "Non ce la facevo più, ho fatto un disastro", saranno le uniche parole di sfogo di Rosa alla sorella. La donna ora è accusata di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.
Chi è Rosa Fabbiano
I carabinieri hanno cercato di risalire alla vita dell'indagata e a che tipo di rapporti c'erano all'interno della famiglia. Al momento è stato reso noto che le tre sorelle non si sentivano spesso: una abita a Trento, una a Melzo. Ma ad occuparsi della madre era Rosa, 57 anni, che vive con il marito e due figli a Mediglia, a pochi chilometri dalla casa della madre. Quando la sorella Loredana le chiede perché era difficile mettersi in contatto con la madre, Rosa le avrebbe risposto con alcuni messaggi giudicati dalla sorella strani: scrive che la madre si trova in una casa di riposo. Quando Loredana si precipita a Melzo, giovedì scorso entra in casa delle madre con la sorella Rosa che le vieta però di entrate in bagno. Loredana, impaurita esce allora da casa: una volta in strada Rosa confessa di aver fatto "un disastro". Poi la chiamata ai carabinieri da parte di Loredana mentre Rosa ha cercato di fuggire tra i campi. Fermata e portata in caserma si è nascosta dietro il silenzio. Nella notte il pubblico ministero ha deciso per il fermo. Ora bisogna capire il movente di un simile gesto.
La dinamica dell'omicidio
Ora l'autopsia dovrà chiarire da quanti giorni Lucia Capriano era morta al momento del ritrovamento della figlia Loredana e dei carabinieri, entrati in casa lo scorso giovedì. Dalle prime informazioni, la morte potrebbe anche risalire a fine marzo inizio aprile. Saranno i medici legali a chiarire tutto con esattezza, così come cercheranno di risalire all'arma del delitto. Resta ancora tutto un mistero come la figlia sia riuscita a dividere la madre in pezzi. Forse con una sega da falegname trovata in casa. Al momento l'unica certezza è quella che la vittima sia morta soffocata: la 85enne sarebbe stata posizionata nella vasca da bagno. La vasca sarebbe poi stata ricoperto con del cellophane bloccato da del nastro adesivo all'estremità. Così la donna sarebbe morta asfissiata. Il corpo poi sarebbe stato smembrato e lasciato nella vasca per due mesi. E ancora: Rosa avrebbe tentato di bruciare i vestiti della madre per nascondere tutte le tracce. Tanto che una vicina di casa – come riferito a Fanpage.it – aveva segnalato alla figlia Rosa il fumo uscire dalla casa di Lucia già 40 giorni fa. L'indagata però le avrebbe risposto che stavano avendo problemi con la lavatrice.