Chi è Riccardo Bossi, il figlio di Umberto condannato per false attestazioni per il reddito di cittadinanza
Lo scorso martedì 14 gennaio Riccardo Bossi è stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 2 anni e 6 mesi di reclusione per aver prodotto false attestazioni per l'ottenimento del reddito di cittadinanza. Quella pronunciata dalla giudice per le udienza preliminari del Tribunale di Busto Arsizio (in provincia di Varese), Veronica Giacoia, è solo l'ultima di una serie di disposizioni arrivate nel corso degli anni a carico del figlio primogenito del fondatore della Lega, Umberto Bossi. L'ex pilota di rally 45enne, infatti, ha accumulato diverse accuse nel nord Italia: per appropriazione indebita a Milano, per truffa a Busto Arsizio, Varese e ancora a Novara. Nei suoi confronti, inoltre, è ancora in corso un altro procedimento giudiziario per maltrattamenti ai danni della madre per cui lui nega ogni addebito.
La carriera politica e il sogno del rally
Nato nel 1979 dal primo matrimonio del fondatore del Carroccio, con Gigliola Guidali, Riccardo Bossi ha iniziato la propria carriera politica nel 2004, ma si è subito conclusa dopo qualche ruolo minore all'interno del partito.
Il sogno del rampollo padano era diventare un pilota di rally professionista e nel 2008 inizia a correre tra le piste della Lombardia e del Veneto. Tutto, però, finisce nel 2012. Da quel momento, ha intrapreso la carriera di imprenditore.
Il processo per false attestazioni
In seguito a un controllo campione effettuato dalla guardia di finanza, era emerso che tra i precettori del reddito di cittadinanza c'era anche Riccardo Bossi. Secondo l'accusa, il 45enne avrebbe fornito una falsa dichiarazione sostitutiva unica ‘Inps Isee' che gli aveva garantito l'accesso al sussidio per il pagamento dell'affitto dell'appartamento in cui viveva dal 2020 al 2023: 280 euro al mese per 43 mesi, per un totale di oltre 12mila euro.
Tuttavia, le indagini avrebbero accertato che Bossi aveva ricevuto un'ingiunzione di sfratto da quell'abitazione già nel 2019. Lo scorso 14 gennaio la gup del Tribunale di Busto Arsizio lo ha condannato con rito abbreviato, in primo grado, a 2 anni e 6 mesi e al pagamento di una provvisionale di 15mila euro nei confronti dell'Inps. L'avvocato difensore di Bossi, Federico Magnante, ha annunciato ricorso in Appello.