Chi è Paolo Oneda, il medico bresciano che ha operato una paziente sul tavolo da cucina
Medico chirurgo specialista in Chirurgia generale, agopuntore.
Questo si legge di Paolo Oneda sul sito internet del centro olistico Anidra di Borzonasca, in Liguria. Lo stesso centro dove il dottore bresciano ha asportato un neo su un tavolo da cucina, senza alcun tipo di anestesia e senza successiva amministrazione di antibiotici, alla 40enne Roberta Repetto, poi morta due anni dopo per le conseguenze di quell'operazione curata solamente con tisane zuccherate e meditazione.
Dopo l'asportazione di questo neo sanguinante sulla schiena, il medico infatti applicò solo alcuni punti e consigliò a Roberta Repetto di sottoporsi a una terapia per la "purificazione spirituale". I dolori lancinanti del post operatorio? "Segnali che dimostravano il successo dell'operazione chirurgica".
La condanna per omicidio colposo
Adesso arriva la condanna per il medico bresciano: 3 anni e 4 mesi per omicidio colposo. Il giudice per l'udienza preliminare Alberto Lippini ha condannato anche un altro dei presenti durante l'operazione: si tratta del "guru" del centro olistico Vincenzo Paolo Bendinelli, sempre a 3 anni e 4 mesi di reclusione . La psicologa Paola Dora, compagna di Oneda e vicepresidente del centro, è stata invece assolta.
Il pubblico ministero Gabriella Dotto aveva chiesto 16 anni per Bendinelli, 14 anni per Oneda e 10 anni per Dora, con l'accusa di omicidio volontario.
Chi è Paolo Oneda
Al tempo Paolo Oneda lavorava per l'ospedale di Manerbio (Brescia): era dirigente medico presso l’U.O. Chirurgia Generale -Garda presidio di Manerbio dove, oltre all’attività chirurgica di elezione e d’urgenza, si occupava di chirurgia senologica e chirurgia bariatrica. Dopo la morte di Roberta Repetto, è stato sospeso dall'incarico.
Il rapporto con il "guru"
Oltre alla medicina ospedaliera, secondo il suo curriculum vitae, anche però l'interesse per l'agopuntura e la medicina olistica. Quella che lo ha avvicinato a Bendinelli, il "santone" del centro olistico ligure. In molti hanno raccontato di come il dottore fosse diventato il suo "braccio destro", e fosse sotto la sua influenza.
"Sono innocente", ha sempre dichiarato lui in aula. Ma non è servito ad evitare la condanna.