Chi è Maurizio Lupi, il possibile candidato del centrodestra a Milano che piace a Ignazio La Russa
L'investitura politica è arrivata direttamente dal presidente del Senato Ignazio La Russa, numero due del governo a trazione Fratelli d'Italia e braccio destro di Giorgia Meloni. Potrebbe così essere Maurizio Lupi, 65 anni, milanese e leader di Noi Moderati, il candidato giusto per affrontare la sfida delle prossime comunali del 2026 post Beppe Sala, al secondo e ultimo mandato: il suo, a quanto pare, è il nome che circola ai piani alti per mettere fine a oltre un decennio di amministrazioni targate centrosinistra nel capoluogo lombardo. "Maurizio, hai una grossa responsabilità a Milano", l'ha richiamato infatti lo stesso La Russa dal palco di un evento di partito. "Sala non può fare un terzo mandato, e senza di lui a sinistra sarà sempre peggio".
Chi è Maurizio Lupi, l’inizio della carriera politica a Milano
Del resto il profilo, non c'è dubbio, è di gran peso per il centrodestra lombardo. Maurizio Lupi, nato a Milano nel 1959, laureato in Scienze Politiche all'Università Cattolica, nasce e cresce politicamente nelle fila di Comunione e Liberazione, potentissimo movimento fondato da don Luigi Giussani (vicino a Lupi), per sbarcare finalmente in politica nel 1993 come consigliere comunale a Milano per la Democrazia Cristiana, durante l'amministrazione comunale del sindaco leghista Marco Formentini.
In vista delle elezioni amministrative del 1997 s'iscrive alla neonata Forza Italia, fondata da Silvio Berlusconi, e viene nominato dal primo cittadino Gabriele Albertini assessore allo Sviluppo del territorio e all'Edilizia privata: qui viene indagato per la concessione a una federazione della Compagnia delle Opere della Cascina San Bernardo, e poi prosciolto in fase di udienza preliminare perché "il fatto non sussiste". Il suo obiettivo, secondo le cronache del tempo, è proprio quello di scalare le posizioni per diventare primo cittadino di Milano.
Lupi deputato per Forza Italia: la prima volta nel 2001
La carriera politica di Lupi, però, prende altre strade. Alle elezioni politiche del 2001 viene eletto alla Camera dei Deputati per la Casa delle Libertà (in quota Forza Italia) nel collegio di Merate, venendo nel frattempo riconfermato nelle liste di Forza Italia alla tornata elettorale del 2006 e del 2008 per la circoscrizione Lombardia 1, quando viene nominato vicepresidente della Camera dei deputati.
Lupi Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti con Letta e Renzi
Con la nascita del governo di larghe intese guidato da Enrico Letta, il 28 aprile 2013 giura nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel breve governo di larghe intese guidato da Enrico Letta, poi riconfermato dal successore Matteo Renzi. Si dimetterà nel 2015 in seguito al suo coinvolgimento (senza essere indagato) nell’inchiesta Sistema della Procura di Firenze, che aveva svelato un giro di tangenti negli appalti pubblici in Italia. Secondo le indagini, aveva anche ottenuto per il figlio numerosi favori da parte di imprenditori amici: un lavoro, un orologio Rolex del valore di 10mila euro, vestiti.
Il ritorno politico a Milano: Maurizio Lupi candidato consigliere alle amministrative del 2016
Da Roma, Lupi cerca comunque il ritorno politico nella sua Milano. In occasione delle amministrative del 2016 in città, viene infatti candidato a consigliere comunale nella lista civica Milano Popolare a sostegno del candidato sindaco di centrodestra Stefano Parisi, poi sconfitto da Beppe Sala, e raccoglie circa 1.500 preferenze.
E ancora. In vista della elezioni amministrative del 2021 a Milano, viene inizialmente proposto da Berlusconi e Forza Italia come candidato sindaco di Milano per la coalizione di centro-destra, in contrapposizione all'ex sindaco Albertini, proposto dalla Lega di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Verrà scelto il pediatra Luca Bernardo, sostenuto da tutta la coalizione e poi sconfitto (ancora) da Beppe Sala.
Che quella del 2026 possa essere la volta buona? "Le candidature si decidono insieme, c'è tempo", frena adesso il leader di Noi Moderati. Ma c'è chi scommette sulla sua volontà di salire a Palazzo Marino, come tanti anni fa. "Mi fa piacere la stima che La Russa ha nei miei riguardi, ma vedremo che cosa accadrà".