Chi è Mario Zaffarana, per cinque anni in carcere da innocente con l’accusa di aver sgozzato il vicino
Quattro anni e mezzo di carcere. Quasi cinque anni trascorsi in cella da innocente con l'accusa di omicidio volontario. Dopo due sentenze di condanna a 21 anni di carcere ora è arrivata l'assoluzione per il 60enne Mario Zaffarana.
I fatti risalgono al 23 dicembre del 2017 quando Michelangelo Redaelli, il 54enne vicino di casa di Zaffarana, è stato trovato sgozzato nel box della palazzina dove abitava a Solaro, alle porte di Milano. In carcere con l'accusa di omicidio aggravato finì il 60enne.
Le accuse nei confronti di Zaffarana
A convincere l'accusa furono in particolar modo tre elementi, poi tutti smontati nel corso dell'ultimo processo in Appello Bis.
Il primo: tra i due condomini in passato c'erano state alcune liti per questioni condominiali. Per il pubblico ministero questo poteva bastare come movente.
Il secondo: alcune tracce sul Dna della vittima, un disoccupato pregiudicato di 54 anni, sono state trovate sul giubbotto del 60enne.
E il terzo: secondo una prima ricostruzione Zaffarana la sera prima del ritrovamento del corpo agli amici avrebbe detto di aver fatto ritardo perché hanno trovato un cadavere nel suo palazzo. Come poteva saperlo un giorno prima?
L'errore giudiziario
"Ci fu un errore di date. Uno scherzo della memoria. Durante l'incontro con gli amici Zaffarana non parlò di nessun morto", precisa a Fanpage.it l'avvocato Luca Valaguzza che insieme a Marco Turconi difende Zaffarana. E poi aggiunge: "Una volta che si è accertato che c'è stata una confusione con le date, l'accusa di omicidio è caduta".
Ci sono però voluti quasi cinque anni ed è stata necessaria l'assoluzione della Corte di Assise di appello di Milano bis a cui la Corte di Cassazione aveva rinviato il processo dopo avere annullato la sentenza.
Zaffarana è ritornato a vivere con la sua famiglia
Per Zaffarana finalmente è arrivata la libertà. Ora si trova di nuovo a casa con la sua famiglia: due figlie femmine, un figlio maschio e quattro nipoti. L'assoluzione definitiva arriverà il 10 gennaio, ma anche la Procura ora ha riconosciuto la sua innocenza. Nei prossimi mesi si potrà procedere con un indennizzo: potrà essere risarcito dallo Stato per essere stato vittima di un errore giudiziario.